martedì 6 novembre 2007

COMUNICATO STAMPA

Sostegno a tutte le iniziative istituzionali e della società civile che chiedono la verità sulla morte di Aldo Bianzino

Rispetto alla scioccante vicenda di Aldo Bianzino apprendiamo con soddisfazione le dichiarazioni del sottosegretario Manconi che esclude pericoli di insabbiamento.

È del tutto evidente che abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e nella sua opera di accertamento della verità.

Tanto più oggi: tre detenuti affermerebbero che Aldo per ben tre volte avrebbe chiesto aiuto senza riceverlo. Ecco, oltre a capire definitivamente come sia morto Aldo, occorre anche accertare le eventuali responsabilità di chi ha coperto una verità che stenta a venire a galla in una vicenda dai contorni ancora molto oscuri.

Il carcere è ancora oggi una realtà chiusa e la chiusura aumenta quando succede un fatto grave come quello di un decesso. Servono invece informazione e trasparenza dei percorsi di cambiamento della cultura penitenziaria

Non possiamo accettare l’idea per cui la vita dei detenuti sembra valere di meno: una normalità assurda da respingere con forza, anche attraverso l’elezione nella nostra regione del Garante delle Carceri.

Purtroppo, però, la situazione dentro le carceri ristagna.

Si fatica a smuovere una situazione che risente pesantemente del clima che si è creato nella società: un clima fatto di una continua e insensata invocazione a punire qualsiasi reato con la galera, impedendo nel contempo il corretto funzionamento del sistema giudiziario con l’unico risultato di riempire ancora di più le carceri.

Per questo Rifondazione comunista dell’Umbria sosterrà tutte le iniziative istituzionali e della società civile che chiedono la verità sulla morte di Aldo Bianzino.

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