mercoledì 24 ottobre 2007

Manifestazione del 20 ottobre: 1.000.000 di persone a Roma

Manifestazione del 20 ottobre: un milione di persone a Roma hanno chiesto alla Sinistra unità e cambiamento.

Entro la fine dell’anno gli Stati generali della Sinistra in Italia e in Umbria

La manifestazione del 20 ottobre ha avuto un successo clamoroso, sorprendente ed inatteso.

Un milione di persone per le vie di Roma rappresenta un dato politico di straordinario valore.

Un milione di manifestanti che hanno posto al centro non i giochi e i giochetti furbi ed avvilenti della politica del Palazzo, ma la vita concreta di milioni di persone.

La manifestazione del 20 segnala un cambio di fase politica per la Sinistra, un nuovo inizio anche dal punto di vista della elaborazione culturale e programmatica, oltre che della pratica politica quotidiana. Se il ciclo politico di questo ottobre di partecipazione, dopo il referendum sull’accordo del Welfare e la manifestazione di Fini, si fosse concluso con le primarie del Partito Democratico, si sarebbe certificata la desertificazione della Sinistra in Italia.

Invece ha fatto irruzione una grande intelligenza politica collettiva, che ha fatto si che un milione di persone cogliesse l’essenza del momento: il destino della Sinistra in Italia, cioè la possibilità che esista una Sinistra sociale e politica. Il cambio dello scenario politico avvenuto con la nascita del Partito Democratico, necessitava di dimostrare che la Sinistra esiste e che mette una ipoteca per la sua sopravvivenza nel futuro, molto oltre la questione del governo Prodi.

Il 20 ottobre il popolo della Sinistra ha posto al centro la lotta alla precarietà come idea generale di uscita dalla gabbia delle politiche neoliberiste, come embrione per la costruzione di una alternativa di società, sul terreno della economia, del lavoro, dei diritti, della democrazia.

Partire dalla lotta alla precarietà per lanciare la sfida a tutto tondo, compreso al PD, sull’idea di società. Una sfida come competizione unitaria per sconfiggere le destre, ma allo stesso tempo per una svolta riformatrice. Alla Sinistra non servono nuovi leader, ma una nuova idea di partecipazione, percorsi nuovi ed unitari che costruiscono una nuova cultura politica e accordi programmatici sulle cose da fare.

La partecipazione, seria e riflessiva, composta e consapevole, è la risposta più seria a chi non ha voluto esserci, è stata la dimostrazione che esiste una base sociale di una possibile Sinistra unitaria, che esiste una potenziale “massa critica” per non essere ridotti ad una testimonianza o ad una ossificazione storico - identitaria.

Il popolo del 20 ottobre ci manda un segnale chiaro: “Sinistra, cambia e unisciti, e fai veloce!”.

La grande partecipazione, anche dall’Umbria, è la risposta a tutti i “frenatori” del processo unitario. Le resistenze, i “si ma…”, gli infiniti puntini sulle “i”, non colgono le reali aspettative della nostra gente: chi si ostina se ne dovrà assumere la responsabilità politica e storica.

La generosità e la volontà dei militanti di Rifondazione comunista, insieme al popolo della Sinistra, sono state invece chiaramente visibili: nessuna sopravvivenza di posizioni di nicchia può essere tollerata. Unità, ora, questo è il tempo.

Così come aveva intuito il “Tavolo della Sinistra Umbra” è necessaria la convocazione degli Stati Generali della Sinistra a livello nazionale e a livello regionale. Gli stati generali come un grande processo partecipativo che privilegi il fare, la costruzione di nuove relazioni, la ricerca e le vertenze. La costruzione di un nuovo soggetto unitario e plurale della Sinistra ha bisogno della forza di Rifondazione comunista e della sua autonomia, che è la garanzia del progetto unitario. Ma la Sinistra può nascere solo con il coinvolgimento sociale e culturale più ampio possibile, riavvicinando il corpo sociale alle rappresentanze politiche.

Nessuno può pensare di farcela da solo o pensare di essere autosufficiente nel determinare i modi e i tempi di questo processo. Ci occorre molto senso unitario, molta responsabilità e almeno quella stessa intelligenza dimostrata dalle donne e dagli uomini che hanno manifestato sabato a Roma.

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