lunedì 1 ottobre 2007

BASTA CON LA STRAGE. PROSEGUE LA GUERRA NON DICHIARATA AL LAVORO

BASTA CON LA STRAGE. PROSEGUE LA GUERRA NON DICHIARATA AL LAVORO: UN OPERAIO METALMECCANICO DI 23 ANNI E MORTO A PERUGIA. LA SICUREZZA SUL LAVORO NON PUO’ ESSERE DELEGATA AI SOLI IMPRENDITORI E DEVE DIVENTARE LA PRIORITA’ ASSOLUTA

Ennesima morte sul lavoro in Umbria: questa volta a rimanere vittima di un incidente non certo imputabile alla casualità, bensì frutto di una logica imprenditoriale che nel nome del profitto trascura l’osservanza di qualsiasi norma di sicurezza, è stato un giovanissimo operaio di appena 23 anni, entrato in fabbrica quando ne aveva appena 15. Su di lui sono improvvisamente caduti tre pesantissimi rotoli di acciaio, del peso ciascuno di 15 quintali, che erano stati accatastati senza che venisse osservata alcuna precauzione.

Ad accrescere ancora di più la nostra indignazione per quanto è accaduto a Piccione, alle porte di Perugia, all’interno di un’azienda che opera nel settore metalmeccanico, è che nello stabilimento adiacente, che fa capo alla medesima proprietà, l’attività lavorativa sia proseguita come se nulla di tragico fosse accaduto.

Siamo di fronte all’ennesimo grave episodio di una guerra non dichiarata al lavoro, il cui bilancio si fa sempre più pesante nella nostra regione, tanto dal convincerci che la questione principale all’ordine del giorno per risolvere la quale le istituzioni pubbliche e tutte la forze politiche debbano sentirsi fortemente impegnate non sia quella assai agitata in questi giorni della riduzione fiscale in favore delle imprese, bensì come assicurare ai lavoratori un sicuro rientro nelle loro abitazioni al termine della fatica quotidiana.

Una ulteriore morte imputabile ad una filosofia che considera la forza lavoro non come un investimento utile alla stessa impresa, perciò come un bene prezioso da salvaguardare, ma piuttosto come un costo da comprimere il più possibile, negandole dignità e diritti. Da tale concezione discende la intera delega ai datori di lavoro riguardo alla determinazione dei ritmi e delle condizioni del suo sfruttamento e la riprova di tutto ciò sta nel fatto che questa sciagura sia avvenuta all’interno di un’azienda non sindacalizzata, nella quale ai rappresentanti dei lavoratori è precluso ogni accesso.

Per quanto ci riguarda non ci arrenderemo mai a questa strage, convinti come siamo che la questione sicurezza nei luoghi di lavoro costituisca la priorità assoluta che hanno il dovere di affrontare le forze politiche, le istituzioni e la società tutta.

Dobbiamo far sì che venga sempre e comunque affidata l’osservanza delle misure di sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro ad organismi totalmente indipendenti dalla proprietà, all’interno dei quali la presenza del sindacato deve essere considerata comunque imprescindibile. Accanto a ciò va prodotto un grande sforzo per intensificare i controlli da affidare ad istituti adeguatamente preparati e motivati, mettendo a loro disposizione tutti i mezzi ed i poteri che sono necessari.

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