BASSO DA 4 ANNI. NON SI RINNOVANO I CONTRATTI, MENTRE RADDOPPIA IL FATTURATO DELLE GRANDI IMPRESE
BASSO DA 4 ANNI. NON SI RINNOVANO I CONTRATTI, MENTRE RADDOPPIA IL FATTURATO DELLE GRANDI IMPRESE
I dati comunicati dall’Istat sull’incremento delle retribuzioni tagliano la testa al toro e sconfessano le incredibili speculazioni di Confindustria che continua imperterrita a reclamare provvidenze solo e soprattutto a favore delle imprese.
L’Istituto Nazionale di Statistica ha infatti reso noto che le retribuzioni contrattuali in Italia sono cresciute in un anno a ritmi per davvero da lumaca: appena l’1,8% in più fra il luglio del 2006 ed il luglio del 2007, un briciolo al di sopra della inflazione ufficiale che si sarebbe fermata all’1,6%.
Tenuto conto che nell’ultimo anno le maggiori imprese italiane hanno pressoché raddoppiato il loro fatturato, abbiamo la piena conferma, purtroppo, della continuazione del fenomeno di recente denunciato dal Fondo Mondiale Internazionale secondo il quale negli ultimi 25 anni si è fortemente dilatata la distanza fra salari e profitti in Europa, a tutto vantaggio dei secondi. E la situazione è particolarmente tragica per i lavoratori italiani considerato che una recentissima ricerca della Commissione Affari sociali della Camera attesta come negli ultimi 30 anni si sia fortemente accresciuto nel nostro Paese il gap tra ricchi e poveri, tanto che ormai un minore su tre rischia l’indigenza. Situazione alla quale non è certo estraneo il fatto che i nostri lavoratori sono quelli che (questo dato ci proviene dalla Ue) hanno in Europa le retribuzioni più basse e che il nostro sia, tra i paesi del mondo economicamente avanzato, quello che ha la più alta sperequazione di reddito.
E’ innegabile che le imprese italiane hanno recuperato nell’ultimo anno forti margini di competitività, potendo contare, da un lato sulla forte riduzione del cuneo fiscale decisa a loro favore dal governo dell’Unione, e, dall’altro, sullo stop imposto alle retribuzioni anche attraverso il mancato rinnovo della gran parte dei contratti di lavoro che sono da tempo scaduti: al momento sono 40 gli accordi non ancora scaduti, che regolano il trattamento economico e normativo di 3,4 milioni di dipendenti, mentre sono 36 quelli decaduti che regolano, il rapporto di lavoro di circa 8,9 milioni di dipendenti e rappresentano il 74,3% del monte retributivo totale. Queste cifre ci dicono che quasi 3 lavoratori dipendenti italiani su 4 si trovano senza contratto di lavoro, una situazione che non è più sostenibile e che alimenta fortissime tensioni sociali.
Ma non se la cavano certamente meglio i milioni di pensionati italiani che si sono visti falcidiare i loro redditi da un’inflazione nei confronti della quale si trovano senza alcuna difesa e che reclamano ugualmente una maggiore attenzione da parte del governo, mentre chi si arricchisce alle loro spalle non si vergogna di pretendere da loro ulteriori sacrifici.
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