EVASIONE FISCALE: SOLO PER L’IVA SONO STATI NASCOSTI 270 MILIARDI
EVASIONE FISCALE: SOLO PER L’IVA SONO STATI NASCOSTI 270 MILIARDI DI EURO NEL 2004, PARI AL 20% DEL PIL. LO STATO HA COSI’ PERSO 43,2 MILIARDI DI EURO. I DISONESTI EVADONO E GLI ONESTI PAGANO IL 10% IN PIU’.
L’evasione fiscale in Italia è così elevata che, buon ultimo, qualche giorno fa se n’è accorto perfino il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che ha definito scandaloso il fatto che solo lo 0,8% dei contribuenti italiani dichiari un reddito superiore ai 100 mila euro annui. Il monito a guardarsi in faccia evidentemente Montezemolo lo rivolgeva essenzialmente ai suoi, perché sarebbe da stolti pensare che si possano stanare gli evasori fra la massa di milioni di pensionati e di lavoratori dipendenti che le imposte se le vedono prelevare alla fonte, fino all’ultimo centesimo.
E’ di ieri la conferma della portata davvero eccezionale di questo fenomeno che ci è venuta dall’Agenzia delle Entrate, secondo la quale nel 2004 sono stati nascosti al fisco, per la sola voce Iva, qualcosa come 270 milioni di euro di maggiori entrate. Ora, se su questa cifra calcoliamo un’aliquota media del 16%, si ha che allo Stato sono venuti così a mancare 43,2 miliardi di euro.
Per meglio comprenderci al riguardo, possiamo anche dire che per ogni 100 euro di Iva denunciati, ne erano stati occultati 55.
Basandosi su questi calcoli la stessa Agenzia per le Entrate ha stimato che l’evasione fiscale in Italia si è allargata nel 2004, portandosi ad una quota superiore al 20% del Pil; ben maggiore della stima dell’Istat per il 2003 che aveva indicato una forbice oscillante fra il 14,8 e il 16,7 per cento del Pil.
Ma non finisce qui, perché i 270 miliardi di imponibile Iva non dichiarati sono superiori, per circa 60 miliardi, rispetto alle previsioni precedenti degli stessi uffici fiscali che hanno ora indicato anche un iperbolico aumento dell’evasione per circa 50 miliardi concentrato negli anni 2003 e 2004, quelli, per intenderci, dei ripetuti condoni fiscali.
Di tutto ciò l’aspetto che più ci deve preoccupare è comunque quello riguardante gli effetti che una così massiccia evasione si determinano ai danni dei contribuenti onesti, quelli che dichiarano tutto e che per questo si accollano circa un 10% in più del dovuto.
E’ la conferma di quanto andiamo sostenendo da tempo, ovvero che la strada più idonea per diminuire la pressione fiscale è quella di costringere gli evasori a fare il loro dovere (pagare tutti per pagare meno). Ed è proprio su questa strada che il governo dell’Unione ha confermato, per bocca del Vice Ministro Visco, di voler procedere, allorché ha manifestato l’intenzione di ridurre le aliquote di pari passo con il calo concreto dell’evasione.
Proprio quel Visco che, fortemente impegnato a stanare i contribuenti disonesti, si è trovato nei giorni scorsi, e non certo a caso, al centro dei furibondi attacchi portatigli in particolare dal principe degli evasori italiani, dal teorico dei condoni ad oltranza che ha già mobilitato, per una crociata anti fisco, i suoi ceti sociali di riferimento.
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