mercoledì 16 maggio 2007

AVANZO RECORD DEL BILANCIO INPS PER IL 2007

AVANZO RECORD DEL BILANCIO INPS PER IL 2007. I CONTI PREVIDENZIALI SONO PIU’ CHE A POSTO ED ANZICHE’ AI TAGLI IL GOVERNO DEVE PENSARE AD INNALZARE LE PENSIONI PIU’ BASSE E A CANCELLARE LO SCALONE MARONI

Le agenzie hanno battuto ieri una notizia che ha del sensazionale, ma che oggi non ritroviamo nelle prime pagine dei quotidiani italiani e nemmeno in quelle interne. Giornali che pure hanno dedicato in questi ultimi mesi rubriche speciali a quello che sembra essere diventato uno sport assai popolare fra i politici nostrani (anche membri del governo dell’Unione, purtroppo) al quale paiono assai interessati anche autorevoli istituti nazionali ed internazionali: la caccia al pensionato.

Uno sport che vede impegnati attivamente anche altri personaggi assai autorevoli, quali l’assai interessato presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo.

La notizia è che il consiglio di amministrazione dell’Inps si è riunito ieri ed ha approvato la prima nota di variazione al bilancio del maggiore ente previdenziale italiano che prevede un miglioramento dell’avanzo che si attesterà quest’anno sui 3,1 miliardi di euro. Un incremento considerevole, che rappresenta il record assoluto per questo ente, ben superiore ai 2,9 miliardi di attivo del 2006 che pure non erano disprezzabili. Per meglio comprendere la portata di tale evento, basti considerare che la previsione iniziale era stata di appena 137 milioni di avanzo.

Infine, fatto questo non certo secondario, per affetto dell’eccezionale risultato economico previsto, il patrimonio netto dell’Inps è stato aggiornato per il prossimo 31 dicembre alla cifra stratosferica di 27.951 milioni di euro, pari grosso modo al valore di una manovra Finanziaria di proporzioni consistenti.

Si consideri, infine, che questo risultato è stato conseguito malgrado che sul bilancio dell’Inps gravino i conti deficitari di alcune gestioni speciali, quali quelle dei lavoratori autonomi (commercianti, artigiani e agricoltori), per cui è proprio il caso di ribadire che la commessa paga, sacrificando parte dei contributi che versa all’Inps, la pensione al gioielliere suo datore di lavoro.

Alla luce di tutto ciò, quanti vanno chiedendo con insistenza una riforma previdenziale fortemente penalizzante per i lavoratori dipendenti, da attuarsi attraverso il taglio dei coefficienti, dovrebbero quanto meno vergognarsene.

Le argomentazioni portate al riguardo, che si basano essenzialmente su una presunta insostenibilità del sistema pensionistico italiano, sono del tutto campate in aria.

I conti, come dimostra l’Inps, sono più che a posto per cui, anziché dedicarsi a tagli che penalizzerebbero ulteriormente, nell’età post lavorativa, i lavoratori italiani che scontano già il fatto di essere i peggio retribuiti d’Europa, il governo dovrebbe spingere, con più decisione, per attuare il suo programma che prevede la cancellazione dell’iniquo scalone Maroni e per rendere giustizia ai milioni di italiani ai quali, a causa delle loro basse pensioni, non è concesso di vivere dignitosamente.

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