lunedì 21 maggio 2007

RISARCIMENTO SOCIALE: SI PARTE DALLA CASA

RISARCIMENTO SOCIALE: SI PARTE DALLA CASA. IL TAVOLO DI CONCERTAZIONE SULLE POLITICHE ABITATIVE CHIEDE 1,5 MILIARDI ALL’ANNO PER RILANCIARE L’EDILIZIA PUBBLICA, LA DETRAIBILITA’ DEGLI AFFITTI DALLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI, IL RADDOPPIO DEL FONDO SOCIALE E IL PRONTO RECUPERO DI 25.000 ALLOGGI DEGRADATI

Dopo un ventennio di assenza pressoché completa dello Stato sul mercato degli alloggi, determinata da una dissennata politica iperliberista che ha dato spazio alla solita logica del libero mercato, rispetto la quale sono stati sacrificati gli interessi di milioni di cittadini, sono giunte ieri, dal tavolo di concertazione sulle politiche abitative, alcune importanti indicazioni, rivolte al governo ed al Parlamento, che prefigurano l’avvio di una netta inversione di tendenza.

Al fine di superare la pericolosa emergenza sociale che la passata trascuratezza ha determinato, in particolare nelle città, all’unanimità i rappresentanti dell’ampio schieramento di forze e di soggetti sociali che hanno partecipato a questo confronto (l’Anci, le Regioni, i sindacati e le organizzazioni di settore, insieme ai ministeri delle infrastrutture, della solidarietà sociale, della famiglie e delle politiche giovanili) hanno stabilito che da ora in poi dovranno essere destinati annualmente all’edilizia residenziale pubblica e sociale non meno di 1,5 miliardi di euro, riconoscendo il diritto alla casa come una prestazione del Welfare. Sempre per questa ragione è stato anche detto che il costo degli affitti dovrà essere detraibile dalla dichiarazione dei redditi, così da mettere in atto un meccanismo di conflitto d’interessi, tra proprietari ed inquilini, tale da contrastare con efficacia maggiore la vasta piaga del mercato nero degli affitti.

Accanto ai ciò vanno considerate altre importanti indicazioni, quali il rafforzamento del canale concordatario, il raddoppio, sin da subito, del fondo sociale di sostegno per gli inquilini a più basso reddito ed il recupero, entro il tempo massimo di 6 mesi, di 25.000 alloggi pubblici che al momento non sono utilizzati, perché degradati, da mettere rapidamente a disposizione di quanti sono a rischio sfratto.

Queste conclusioni (che sono cogenti per il governo) diventeranno immediatamente operative con il reperimento delle risorse occorrenti per provvedere agli interventi più urgenti già nella manovra di assestamento del bilancio di giugno, ed entreranno a pieno titolo nel prossimo Dpef.

Rifondazione Comunista saluta con profonda soddisfazione il lavoro fatto dal “tavolo”, considerando le indicazioni che ne sono scaturite quanto mai utili a rimettere in connessione la politica con la società e il governo dell’Unione in piena sintonia con quanti lo hanno eletto.

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