CRESCITA BOOM DEGLI AGRITURISMI IN UMBRIA NEL 2005
CRESCITA BOOM DEGLI AGRITURISMI IN UMBRIA NEL 2005: + 35,7%. SI CONSOLIDA LA PRESENZA FEMMINILE
Il settore agrituristico umbro ha registrato un vero e proprio boom nel corso del 2005, ultimo anno per il quale lIstat ha fornito i dati ufficiali. La nostra regione è, infatti, quella che a livello nazionale ha fatto registrare il maggiore incremento percentuale di aziende che si sono dedicate a tale attività (+35,7%), corrispondente a 234 nuovi esercizi.
Un dato, questultimo, inferiore solo alla vicina Toscana che ha aumentato di 327 unità il numero delle sue aziende, ma il cui incremento percentuale è risultato assai più modesto, appena del 10,2%.
Il fatto è che la Toscana, con i suoi 3.527 agriturismi, va considerata la superpotenza fra le regioni italiane, alla quale tengono testa solo il Trentino Alto Adige (2.865) e la Provincia di Bolzano (2.639). Ma lUmbria non sfigura comunque nel suo piccolo, visto che da noi, al 31 dicembre 2005, risultavano attive 890 aziende agrituristiche (erano 656 nel 2004), più, addirittura, della grande Lombardia (883) e preceduta anche dal Veneto (1.012).
Siamo quinti in Italia, dunque, per numero complessivo di esercizi, con una particolarità in più che ci distingue in assoluto, essendo tutti i nostri agriturismo completi, nel senso che tutti indistintamente offrono sia la ristorazione che lalloggio, mentre così non è per le altre regioni, dove non pochi gestori limitano la loro offerta solo alla ristorazione. In Veneto, ad esempio, sui 1.012 dei quali abbiamo parlato, gli agriturismi totali sono solo 536 e in Lombardia poco più della metà (447).
Per non parlare del Friuli-Venezia Giulia, dove sono appena 186 su 413.
Significativo, al riguardo, anche il dato nazionale che registra 12.593 agriturismi in grado di offrire unaccoglienza integrale sui 15.327 complessivi.
Senza per questo aprire una parentesi sullaspetto qualitativo del servizio offerto, che naturalmente non emerge dalle statistiche puramente numeriche dellIstat, ci pare comunque che questa particolarità umbra risponda meglio alla specificità propria del turismo rurale che non rappresenta solo un modo per integrare il reddito di chi vive e lavora in campagna, ma anche una possibilità offerta a quanti rifuggendo dalle più affollate, caotiche ed anche più costose mete turistiche di massa, preferiscono ritemprarsi nella quiete della natura, a più stretto contatto con il territorio.
Da noi, insomma, è più difficile che altrove identificare gli agriturismi come esercizi furbescamente dediti ad unattività di ristorazione favorita da un regime fiscale particolarmente benevolo, anche se non va certo allentata la sorveglianza per impedire le speculazioni che al riguardo possano essere tentate.
Infine, dato ugualmente positivo, il numero delle nuove autorizzazioni a condurre aziende agrituristiche rilasciato a donne che rappresentano il 7,3% del totale nazionale: 381 a fronte delle 286 del 2004, con un incremento pari al 32,2%, anche in questo caso il maggiore in assoluto a livello nazionale.
Indubbiamente si debbono anche a ciò i positivi risultati che lUmbria sta cogliendo nel campo del turismo di qualità e che ci debbono spingere a sostenere ancora di più lo sviluppo della filiera natura-cultura-arte che caratterizza fortemente la nostra regione.
Posta un commento