lunedì 12 marzo 2007

L’INFLAZIONE COLPISCE IN MISURA MAGGIORE LE FAMIGLIE MENO ABBIENTI, PER COLPA DEI RINCARI DELLE BOLLETTE E DEGLI ALIMENTI. IL COMUNE DI PERUGIA NE TENGA CONTO PER LA FORMAZIONE DEL SUO BILANCIO.

In Italia perfino l’inflazione è più cara per le famiglie meno abbienti!

Ce lo dice l’Istat che, per la prima volta, ha pubblicato, a febbraio, i nuovi indici “su misura” dai quali apprendiamo che nell’agosto 2006 per le famiglie a più basso livello di consumi l’inflazione era schizzata al 3,5 per cento, ovvero ad un livello che le rilevazioni tradizionali non indicano da anni. La spiegazione di tutto ciò è semplice: la composizione dei consumi di queste famiglie è diversa rispetto alle altre perché, ad esempio, il capitolo “Abitazione, acqua, elettricità” vi incide nella misura del 25,6 per cento sul totale della spesa, contro il 13,1 per cento di media delle famiglie italiane. E, guarda caso, proprio su quelle voci si sono registrati i rincari più consistenti.
Colpite sono state soprattutto le famiglie che vivono in affitto o subaffitto che hanno assistito impotenti al continuo rincaro dei canoni.

Stessa cosa dicasi per il capitolo “prodotti alimentari” che per una famiglia “normale” assorbe il 23,6 per cento della spesa, mentre per quelle dei pensionati con redditi bassi impegna il 42 per cento dei loro bilanci. Ed anche su questi prodotti i rincari sono stati evidenti.

A questo fatto si lega in maniera diretta un fenomeno che sta assumendo un’evidenza sempre maggiore: la crescita dell’indebitamento delle famiglie che si diversifica per le sue caratteristiche proprio in relazione alla loro differente disponibilità economica.

Ci spieghiamo meglio: se una famiglia che dispone di un reddito sufficiente richiede un prestito, lo fa allorché decide di acquistare un bene “superfluo o voluttuario” dal costo rilevante, come può essere un televisore al plasma; una spesa extra, di natura eccezionale ed occasionale. Del tutto diversa l’esigenza che spinge una famiglia a basso reddito a compiere il medesimo passo, perché in tal caso si tratta sovente di “finanziare la sopravvivenza”, ovvero di racimolare quanto è necessario per pagare le bollette che si sono enormemente lievitate in specie nei mesi invernali. Va da se che alle prime sarà agevole onorare la scadenza mensile delle rate di rimborso, cosa che non sempre riesce alle seconde.

Il fenomeno è così evidente che alcune società italiane, cogliendo le maggiori opportunità che questo offre loro, si sono già attrezzate per rispondere alla nuova domanda, com’è il caso, tanto per citarne una, della CitiFinancial, la società italiana del credito al consumo, che ha di recente lanciato “Calorata”, un nome che è tutto un programma, trattandosi del primo prestito finalizzato proprio al pagamento a rate delle bollette invernali: si erogano così somme di modesta entità, comprese fra i 500 e i 2.000 euro, rimborsabili in 12 mensilità comprensive, naturalmente, degli interessi di rito e spesse volte anche dei costi assicurativi, soprattutto quando a richiedere il prestito sono persone anziane e perciò a “rischio” maggiore.

E’ avendo presente questa realtà che Rifondazione Comunista sollecita il governo nazionale a varare con misure di maggiore sostegno alle famiglie più disagiate.

Ed è per queste stesse ragioni che si batte anche a livello locale per ottenere il blocco totale delle tariffe e delle imposte. A pagare a più caro prezzo eventuali aumenti sarebbero i cittadini che meno hanno è di ciò hanno il dovere di tenere conto le Amministrazioni comunali, cosa che non sempre accade com’è il caso del Comune di Perugia che ci propone un incremento smisurato dell’aliquota Irpef ed al quale chiediamo comunque di allargare in misura adeguata l’area dell’esenzione, al fine di comprendervi quanti più possibili nuclei familiari disagiati, compensando i minori introiti che ne deriveranno con un maggiore impegno per il recupero dell’evasione.

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