mercoledì 21 febbraio 2007

LA STRANA LOGICA DELLA CIRCOLARE “SALVA SAN REMO”

Se ci è permessa la licenza linguistica, a leggere certe cronache giornalistiche relative alla particolare attenzione che il governo dell’Unione pare voglia riservare al Festival di San Remo, ci viene spontaneo dire che viene confermata una volta ancora la vecchia regola secondo la quale “ogni regola ha la sua eccezione”.

Ci riferiamo alla notizia, che in verità pochi quotidiani riportano, secondo la quale ben due ministeri, quello delle riforme e dell’innovazione d’intesa con quello dell’economia, si starebbero applicando alla stesura di una circolare interpretativa per escludere la manifestazione canora sanremese, che scatterà la settimana prossima, dai rigori del comma 593 dell’articolo unico della Finanziaria.

Per chi non avesse presente questo comma, chiariamo subito che la Finanziaria non ha certo previsto sanzioni vessatorie particolari nei confronti della kermesse nazional-popolare, né tanto meno divieti al suo svolgimento, bensì, e proprio qui sta la sua pericolosità, si riproponeva più semplicemente, al fine del contenimento di una spesa pubblica fuori da ogni controllo, di “moralizzare” alcuni comportamenti poco ortodossi, stabilendo un tetto massimo di 250mila euro per le retribuzioni dei manager pubblici e per le consulenze. E la cosa avrebbe dovuto riguardare anche i soggetti con incarico a tempo pagati da società a prevalente partecipazione pubblica non quotate in Borsa.

Ora ci si è accorti che anche che la Rai rientra in pieno in questo limite, per cui la norma in questione, per la quale forse già oggi verrà firmata la relativa eccezione, cozza violentemente con il tran tran invalso da tempo per San Remo, dove per i compensi e le prestazioni dei big, presentatori ed ospiti illustri, si supera abbondante tale limite. C’era quindi il rischio di perdere all’ultimo istante per strada quei vip che, non accettando la riduzione del “gettone” contrattato, decidessero di tirarsi indietro, mettendo a repentaglio il buon nome dell’istituzione Festival di San Remo.

Ecco quindi che è prontamente scattata l’operazione salvataggio, con l’affannosa corsa alla redazione di una circolare, giustamente denominata “deroga-Baudo”, che escluderebbe la Rai dall’osservanza di questa norma “capestro”. E già che c’era chi se n’è occupato ha fatto ancora di più, consentendo di superare questo generoso limite di 250mila euro (che non sono proprio noccioline, trattandosi poco meno di mezzo miliardo delle vecchie lire) anche per le retribuzioni dei vertici delle cosiddette Autorità indipendenti, che pure sono a carico dello Stato e che pesano ugualmente sulla finanza pubblica.

Ora, se pure non condividiamo la logica di questo affannarsi, in un momento in cui tutti gli italiani sono chiamati a fare sacrifici per rimettere in sesto i conti pubblici, confessiamo che quella che sta dietro a quest’ultima decisione ci è del tutto incomprensibile e vorremmo tanto che qualcuno ce la spiegasse.

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