martedì 13 febbraio 2007

"DICO: IL VATICANO RISPETTI IL CONCORDATO"

"DICO: IL VATICANO RISPETTI IL CONCORDATO E PONGA FINE AL TENTATIVO DI CONDIZIONARE IL NOSTRO PARLAMENTO"

(Retew3.it), Perugia - "Il rappresentante di Rifondazione Comunista ha votato a favore dei Dico, in sede di Consiglio dei Ministri, non certo perché il testo che è stato sottoposto alla sua approvazione rappresenti il meglio possibile, ma perché consente comunque di spostare in avanti il dibattito in corso nel nostro paese riguardo al riconoscimento di diritti fondamentali alle coppie di fatto.

Non si tratta, quindi, di misure sconvolgenti, al punto tale da sovvertire la famiglia tradizionalmente intesa, come si affannano a proclamare i vescovi italiani, bensì di norme che si limitano a prendere atto di una realtà che è mutata per il fatto che in Italia, come nel resto del mondo, sempre più cittadini decidono di vivere il loro rapporto di coppia in maniera diversa. Rispetto a ciò uno Stato che si dice moderno e democratico deve quindi coerentemente adeguare la sua legislazione.

E’ appena di ieri la notizia, venutaci dall’Istat, secondo la quale nel nostro Paese le coppie di fatto sono in continuo aumento, segnando un boom che ha interessato anche la nostra piccola Umbria dove (è sempre l’Istat a dircelo) avrebbero raggiunto quota 7.400.

Nonostante ciò, l’istituzione “matrimonio” non conosce crisi, anzi secondo i dati più aggiornati le nozze sarebbero addirittura in aumento, se è vero, come è vero, che dalle 3.722 celebrate nella nostra regione nel 2004 si è passati alle 3.818 del 2005. Anche se –è questo certamente non farà piacere ai nostri vescovi- le celebrazioni civili crescono ancor più di quelle religiose, ma è pure questa una decisione che appartiene alla sfera della libera scelta da parte dei cittadini sulla quale a nessuno è dato obiettare.

Per noi l’importanza della proposta sulla quale i parlamentari italiani saranno presto chiamati a pronunciarsi, liberi da ogni vincolo che non gli venga dettato dalla loro coscienza di cittadini, è perciò doppia: da una parte riveste un alto significato politico perché il governo si è assunto pienamente la responsabilità di decidere su una questione particolarmente delicata, evitando di scaricare interamente ed opportunisticamente questo compito sul Parlamento; dall’altra assume allo stesso tempo anche un’alta valenza simbolica in quanto conferma la “laicita” della politica che in nessuno Stato al mondo, e quindi nemmeno in Italia, può subire inopportuni condizionamenti provenienti da altre autorità diverse, neanche e soprattutto da parte del Vaticano.

Vale la pena di ricordare a questo riguardo che cultori di diritto assai più autorevoli di noi hanno espresso la loro preoccupazione per il fatto che Il Concordato sia stato messo in discussione “da una Chiesa, che vuol esercitare la sua sovranità sullo Stato Italiano”. Si tratta di un’affermazione forte, ma che trova piena giustificazione nella “minaccia” del cardinale Ruini riguardo all’imminente varo di un documento “impegnativo” per i parlamentari, per quelli cattolici in particolare. Al cardinale Ruini, ed a chi lo ispira, ci corre quindi l’obbligo di ricordare che, in base alla vigente Costituzione italiana, i nostri deputati e senatori – e non fanno certo eccezione quelli che professano la fede cattolica - sono stati eletti dal popolo per rispondere solo a questo del loro operato."

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