martedì 7 novembre 2006

LA MANIFESTAZIONE ROMANA CONTRO IL PRECARIATO

LA MANIFESTAZIONE ROMANA CONTRO IL PRECARIATO E LA COERENZA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA. INTANDIAMO FARNE LA PRIORITA’ ASSOLUTA DELL’AZIONE DEL GOVERNO REGIONALE

La grande manifestazione romana di sabato scorso, che ha raccolto oltre 200 mila partecipanti, ci dice come la piaga del precariato, che un tempo investiva fasce marginali e subalterne, rappresentando una forma deviata e deviante dello sviluppo capitalistico, allorché la normalità e la modernità era invece rappresentata dalla stabilizzazione del posto del lavoro, debba essere oggi considerata la forma più rappresentativa alla quale è approdato il neoliberismo italiano, dacché produzioni di eccellenza sono ormai costantemente alimentate dal lavoro neo-servile che determina insicurezza e disparità sociali sempre più accentuate.

La vasta partecipazione che si è avuta è indice della vastità anche delle proporzioni che ha assunto il precariato nel nostro Paese, interessando milioni di persone, giovani soprattutto. E ci avverte al tempo stesso che chi ha gridato “basta” contro questa nuova e più subdola forma di sfruttamento, lo ha fatto non per protestare “contro” Prodi ed il suo governo –come egli stesso ha opportunamente riconosciuto- ma “per” ribadire il valore universale di quei beni che i grandi poteri e la logica dell’economia capitalistica intendono negare a masse sempre crescenti di cittadini.

Il governo nell’Unione ha nel suo programma la lotta senza quartiere al precariato e va riconosciuto che già in questa Finanziaria sono proposti i primi strumenti per realizzare questo obiettivo che è per noi fondamentale, ma se è vero che ci vuole la “pazienza” necessaria per centrare completamente questo obiettivo, è altrettanto vero che, per chi attende giustizia da anni, questo termine non può significare in maniera assoluta “da qui all’eternità”.

Il popolo che sabato scorso è sceso in piazza ha voluto solo ribadire la centralità di questa azione per la realizzazione del programma e perciò la necessità di procedere in questo senso con ancora maggiore determinazione e speditezza. Ed è in questo popolo, e non certo contro di esso, che va ricercata la chiave per il successo della nostra azione di governo.

Non comprendiamo perciò le polemiche scoppiate sulla nostra partecipazione in quella grande manifestazione, ed ancor più sulla presenza in essa di nostri parlamentari ed uomini di governo che sono stati certamente più coerenti dei ministri e degli esponenti di altri partiti della maggioranza che in quelle stesse ore accorrevano, senza dare scandalo, alle manifestazioni promosse da categorie (artigiani, commercianti, industriali) che si pongono, queste sì, “contro” l’attuale governo e la sua Finanziaria.

Coerente con ciò, Rifondazione Comunista dell’Umbria, che è orgogliosa di aver contribuito al successo della manifestazione romana, organizzando la partecipazione di tanti suoi militanti e simpatizzanti arrivati nella capitale con quattro pullman e decine di autovetture, intende far sì che la lotta al precariato diventi la priorità politica anche nell’azione del governo regionale, a partire dalle pubbliche istituzioni, atteso che, come le statistiche ci avvertono, il 75% dei lavoratori che operano nei servizi che sono stati da queste esternalizzati percepisce una retribuzione mensile al di sotto dei 1.000 euro.

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