martedì 19 settembre 2006

...FINANZIARIA PIU EQUA ED ORIENTATA ALLO SVILUPPO

LA RIPRESA IN ATTO E L’INCREMENTO DEL GETTITO FISCALE DEBBONO INDURCI AD UNA FINANZIARIA PIU EQUA ED ORIENTATA ALLO SVILUPPO

Dunque la ripresa c’è e c’è anche un ancor più robusto incremento del gettito fiscale. La prima previsione ha trovato molte autorevoli conferme internazionali, oltre che dallo stesso ministro dell’economia e perfino dal governatore della Banca d’Italia, secondo i quali il nostro prodotto interno lordo dovrebbe crescere nel corso del 2006 dell’1,7-1,8%.

Il tutto accompagnato –ed anche questo è un fattore estremamente positivo- da una forte riduzione del fabbisogno di cassa del settore statale che da sola potrebbe farci guadagnare quasi un punto del pil, portandoci non troppo distanti dal famoso 3% di repporto con il deficit nel quale dovremmo rientrare entro il 2007. Quanto al gettito fiscale, l’ultima buona notizia è proprio di queste ore e ci dice che nei primi sette mesi di quest’anno le entrate tributarie sono cresciute del 12,6% rispetto allo stesso periodo del 2005, che in contanti fanno qualcosa come 24,2 miliardi di euro.

Sono cifre che non ci dicono nulla queste, oppure sono sufficienti per imporci una riflessione seria sia sulla portata che sui contenuti della prossima Finanziaria, oltre che sui tempi per il rientro nei parametri di Maastricht?

Noi continuiamo a ritenere che questa riflessione non sia solo opportuna, ma perfino necessaria, come pure continuiamo a ritenere che il tanto invocato risanamento dei nostri conti pubblici non debba essere realizzato colpendo i salari e le pensioni, né tanto meno contraendo i diritti sociali. Continuiamo ad essere, dunque, sostenitori di una finanziaria orientata verso lo sviluppo più che sui tagli, ridotta, quindi, nella sua dimensione rispetto ai 30 miliardi sin qui ipotizzati e volta soprattutto a favorire la crescita dei consumi privati come motore di questo stesso sviluppo.

Ci sentiamo pertanto in piena sintonia con Cgil, Cisl e Uil che in un documento unitario chiedono fra le altre cose una profonda revisione del secondo modulo della riforma Irpef di Tremonti, quello che per capirci che ha regalato qualcosa come 7 miliardi di euro ai detentori dei redditi più alti. Come pure condividiamo la loro richiesta per una più robusta partecipazione dei lavoratori ai vantaggi derivanti dall’annunciato taglio di 5 punti del cuneo fiscale, il tutto accompagnato con misure per la restituzione almeno parziale del fiscal drag che nel quinquennio berlusconiano ha drenato le retribuzioni e le pensioni, oltre che con l’introduzione di detrazioni per i figli e per la produzione del reddito per i lavoratori dipendenti e i pensionati.

Il momento favorevole per l’economia ed in buon andamento fiscale al quale ci siamo riferiti all’inizio ci mettono a disposizione le risorse necessarie per realizzare tutto questo, compiendo così i primi concreti passi nella direzione di quella società più equa che l’Unione ha promesso agli elettori con il suo Programma.

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