giovedì 13 luglio 2006

SCUOLE PRIVATE: CON “LA SERIETA’ AL GOVERNO” IL CLIMA E’ CAMBIATO. LOTTA AGLI “ESAMIFICI”

Negli anni del governo Berlusconi, con una gestione Moratti che ha moltiplicato le irregolarità e le regalie a favore delle scuole private e a danno di quelle pubbliche, si è avuto un continuo fiorire di nuovi istituti parificati che si sono gettati a capofitto in questo nuovo commercio, molti dei quali richiamando con l’offerta di esami facili un numero sempre crescente di studenti allettati dalla possibilità di conseguire il sospirato diploma in tempi brevissimi, anche in un solo anno.


Alcuni dati a conferma di quanto andiamo scrivendo: su 5.712 scuole che sono state quest’anno sede di esame di maturità, ben 1.540 erano scuole paritarie, tutte, naturalmente, fornite di propria commissione esaminatrice interamente interna.

Di fronte a questi numeri il nuovo governo di centro sinistra ha iniziato a porre i primi freni, ottenendo sin da subito alcuni significativi risultati. Per fare ciò è bastato moltiplicare i controlli che quest’anno sono state numerosi come non mai: ben 20mila in tutto che hanno impegnato una task force di 150 ispettori ministeriali e preso di mira una grande quantità di istituti. Una raffica di ispezioni (considerato che le commissioni d’esame erano circa 24mila, vuol dire che poco meno del 90% di queste ne sono state interessate) che ha scovato numerose irregolarità soprattutto negli istituti parificati, con circa 2.000 maturandi privatisti che sono stati costretti a sostenere la prova d’esame negli istituti di provenienza, dopo che avevano furbescamente tentato di trasferirsi all’ultimo momento in un’altra sede, anche assai distanti dalla propria, avendo trovato ospitalità presso strutture più “compiacenti”.

Ma non solo, perché è stato anche scovato un numero discreto di cosiddetti “ottisti” (circa un centinaio, con una punta di 35 in una scuola paritaria a L’Aquila), cioè allievi che, secondo un malcostume che si è andato sempre più diffondendo in questi ultimi tempi, erano stati gratificati con una media dell’otto al termine del primo quadrimestre del quarto anno e perciò ammessi direttamente all’esame di Stato. Naturalmente dietro pagamento di un congruo “compenso”.

Verificata la regolarità e la completezza della documentazione che li riguardava, questi studenti “saltatori” sono stati esclusi dalla prova.

A questo riguardo va detto che regolarità insanabili sono state riscontrate in 50 casi, per i quali il Ministero si è visto costretto ad attivare le procedure per l’annullamento delle prove d’esame. La conclusione è stata che per 20 istituti è stata chiesta la revoca della parità, andandosi questi ad aggiungere ad altri 30 che la parità se l’erano vista togliere prima ancora dell’avvio degli esami, i maturandi dei quali sono stati costretti a sostenere la prova presso scuole statali della stessa o di altra provincia.

L’avvio di questa operazione-trasparenza – come ha sottolineato il nuovo ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni – rende un servizio a tutta la scuola, soprattutto alle scuole paritarie serie, che ci sono e che si assumono oneri e onori per garantire agli studenti e alle famiglie prestazioni di qualità.

Individuare e rimuovere chi snatura la parità è l’unico modo per assicurare ai ragazzi il diritto a un’istruzione di qualità che sia omogenea e garantita su tutto il territorio nazionale. Una scuola aperta a tutti, che vuole valorizzare l’autonomia, deve garantire prima di tutto la valutazione degli standard di qualità e il controllo del rispetto delle regole.

In questo caso abbiamo dunque avuto la conferma piena dello slogan elettorale “la serietà al governo” che dovrà concretizzarsi ulteriormente con il disegno di legge del Consiglio dei ministri annunciato per l’8 agosto, nel quale, oltre a stabilire dei limiti più rigorosi per la concessione della parità, si dovrà anche proporre la cancellazione delle commissioni d’esame formate interamente da docenti interni che sono state alla base delle tante irregolarità rilevate.

Si dovrà cioè tornare alla vecchia composizione mista fra commissari interni ed esterni che garantisce una più equa valutazione dei candidati, considerando tanto le prove da loro sostenute che i rispettivi curriculum di studi.

Così come dovrà essere abolito a nostro parere anche il commissario esterno unico per tutte le commissioni operanti in un istituto che, essendo oggettivamente impossibilitato a presenziare in maniera continuativa al lavoro delle commissioni medesime, ha finito per assumere il burocratico ruolo di semplice notaio delle decisioni altrui.

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