sabato 29 luglio 2006

NO AI TAGLI ALLE UNIVERSITA’. LA PROSSIMA FINANZIARIA RESTITUISCA IL “MALTOLTO” CON GLI INTERESSI

Nella manovrina approvata dal Senato ed ora all’attenzione della Camera dei Deputati, con la quale si vorrebbe dare una prima aggiustata ai dissestati conti pubblici dello Stato, c’è una cosa che non ci convince, anzi, per dirla meglio, che non condividiamo affatto. Si tratta del taglio di 200 milioni a danno delle Università, una scelta che contraddice fortemente il programma dell’Unione che definiva i nostri Atenei un “settore strategico per il rilancio del paese”.



A lungo abbiamo criticato i tagli con i quali per un’intera legislatura il governo Berlusconi li ha mortificati, colpendo in particolare la ricerca e ci aspettavamo, perciò, un ben altro trattamento da parte del nuovo esecutivo. Comprendiamo, quindi, la ferma protesta del ministro Mussi, che è arrivato perfino a minacciare la dimissioni, come pure sosteniamo quella della Conferenza dei Rettori che denuncia il rischio che Università italiane possano fermarsi del tutto.

Da questo improvvido provvedimento verranno colpite in particolare alcune spese cosiddette “intermedie” (bollette luce, acqua, riscaldamento, affitti, pulizia e custodia, manutenzione dei computer, ma anche pubblicazioni, convegni e quant’altro), che dovrebbero essere tagliate del 10% per l’anno in corso e del 20% nel triennio che va dal 2007 al 2009. Fondi che le Università avevano già previsto nei loro bilanci e che verranno loro a mancare a meno che non decidano di rimediare aumentando ancora una voltale le tasse a carico degli studenti che altrimenti ci rimetteranno con il peggioramento dei servizi.

Il danno è stato ormai fatto e certamente non verrà rimediato nell’altro ramo del Parlamento, se non altro per non allungare pericolosamente i tempi (si vuol chiudere entro l’estate) e magari correre il rischio di un ritorno al Senato, dove, come sappiamo, la maggioranza è assai risicata e le cattive sorprese sempre possibili, ma un’alternativa seria c’è ed è data dalla Finanziaria che giungerà in discussione in autunno: in quell’occasione ci attendiamo che il “maltolto” sia restituito, o meglio ancora che quello che viene meno ora venga largamente compensato con maggiori finanziamenti ad ottobre. In fin dei conti si tratta di stabilire se l’equità ripetutamente sbandierata dall’attuale governo vale almeno quanto l’esigenza del risanamento dei conti che l’Europa ci sollecita.

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