NO AI TAGLI ALLE UNIVERSITA. LA PROSSIMA FINANZIARIA RESTITUISCA IL MALTOLTO CON GLI INTERESSI
Nella manovrina approvata dal Senato ed ora allattenzione della Camera dei Deputati, con la quale si vorrebbe dare una prima aggiustata ai dissestati conti pubblici dello Stato, cè una cosa che non ci convince, anzi, per dirla meglio, che non condividiamo affatto. Si tratta del taglio di 200 milioni a danno delle Università, una scelta che contraddice fortemente il programma dellUnione che definiva i nostri Atenei un settore strategico per il rilancio del paese.
Nella manovrina approvata dal Senato ed ora allattenzione della Camera dei Deputati, con la quale si vorrebbe dare una prima aggiustata ai dissestati conti pubblici dello Stato, cè una cosa che non ci convince, anzi, per dirla meglio, che non condividiamo affatto. Si tratta del taglio di 200 milioni a danno delle Università, una scelta che contraddice fortemente il programma dellUnione che definiva i nostri Atenei un settore strategico per il rilancio del paese.
A lungo abbiamo criticato i tagli con i quali per unintera legislatura il governo Berlusconi li ha mortificati, colpendo in particolare la ricerca e ci aspettavamo, perciò, un ben altro trattamento da parte del nuovo esecutivo. Comprendiamo, quindi, la ferma protesta del ministro Mussi, che è arrivato perfino a minacciare la dimissioni, come pure sosteniamo quella della Conferenza dei Rettori che denuncia il rischio che Università italiane possano fermarsi del tutto.
Da questo improvvido provvedimento verranno colpite in particolare alcune spese cosiddette intermedie (bollette luce, acqua, riscaldamento, affitti, pulizia e custodia, manutenzione dei computer, ma anche pubblicazioni, convegni e quantaltro), che dovrebbero essere tagliate del 10% per lanno in corso e del 20% nel triennio che va dal 2007 al 2009. Fondi che le Università avevano già previsto nei loro bilanci e che verranno loro a mancare a meno che non decidano di rimediare aumentando ancora una voltale le tasse a carico degli studenti che altrimenti ci rimetteranno con il peggioramento dei servizi.
Il danno è stato ormai fatto e certamente non verrà rimediato nellaltro ramo del Parlamento, se non altro per non allungare pericolosamente i tempi (si vuol chiudere entro lestate) e magari correre il rischio di un ritorno al Senato, dove, come sappiamo, la maggioranza è assai risicata e le cattive sorprese sempre possibili, ma unalternativa seria cè ed è data dalla Finanziaria che giungerà in discussione in autunno: in quelloccasione ci attendiamo che il maltolto sia restituito, o meglio ancora che quello che viene meno ora venga largamente compensato con maggiori finanziamenti ad ottobre. In fin dei conti si tratta di stabilire se lequità ripetutamente sbandierata dallattuale governo vale almeno quanto lesigenza del risanamento dei conti che lEuropa ci sollecita.
Da questo improvvido provvedimento verranno colpite in particolare alcune spese cosiddette intermedie (bollette luce, acqua, riscaldamento, affitti, pulizia e custodia, manutenzione dei computer, ma anche pubblicazioni, convegni e quantaltro), che dovrebbero essere tagliate del 10% per lanno in corso e del 20% nel triennio che va dal 2007 al 2009. Fondi che le Università avevano già previsto nei loro bilanci e che verranno loro a mancare a meno che non decidano di rimediare aumentando ancora una voltale le tasse a carico degli studenti che altrimenti ci rimetteranno con il peggioramento dei servizi.
Il danno è stato ormai fatto e certamente non verrà rimediato nellaltro ramo del Parlamento, se non altro per non allungare pericolosamente i tempi (si vuol chiudere entro lestate) e magari correre il rischio di un ritorno al Senato, dove, come sappiamo, la maggioranza è assai risicata e le cattive sorprese sempre possibili, ma unalternativa seria cè ed è data dalla Finanziaria che giungerà in discussione in autunno: in quelloccasione ci attendiamo che il maltolto sia restituito, o meglio ancora che quello che viene meno ora venga largamente compensato con maggiori finanziamenti ad ottobre. In fin dei conti si tratta di stabilire se lequità ripetutamente sbandierata dallattuale governo vale almeno quanto lesigenza del risanamento dei conti che lEuropa ci sollecita.
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