giovedì 27 luglio 2006

LIBANO: LA CONFERENZA DI ROMA

LIBANO: LA CONFERENZA DI ROMA NON HA IMPOSTO IL CESSATE IL FUOCO. IL MOVIMENTO PER LA PACE TORNI A MOBILITARE ANCHE IN UMBRIA LE COSCIENZE

Con la conferenza di Roma sul Libano, l’Italia ha indubbiamente riconquistato un proprio ruolo a livello internazionale ed ha guadagnato una maggiore considerazione nel mondo arabo. Questo grazie ad un governo che si è fortemente distinto dal precedente che si era dichiarato apertamente favorevole al muro innalzato da Israele.


Ma questo non può bastarci: non è stato raggiunto l’immediato cessate il fuoco che avevamo tutti auspicato ed abbiamo perciò il dovere di impegnarci con ancora maggiore energia affinché alle dichiarazioni d’intenti nient’affatto risolutive seguano atti realmente concreti. E’ soprattutto urgente che l’Unione Europea agisca in maniera più stringente nei confronti degli Usa, così da determinare in seno all’Onu le condizioni per l’invio immediato di una forza internazionale di interposizione fra i contendenti.

Truppe per la pace chiamate al nobile compito di imporre il silenzio alle armi ed a mettere fine alle immani distruzioni e all’orrendo massacro in corso di civili inermi, da schierare perciò non solo ai confini del Libano, ma ovunque siano in atto le ostilità, ovvero anche ai confini di Gaza e della Cisgiordania.
Vanno fermati non solo gli Hezbollah con il loro terrorismo, ma anche Israele al quale va imposto di mettere fine all’invasione dei territori libanesi, in modo da restituire piena sovranità ad un Paese da troppo tempo martoriato ed ostaggio degli scontri d’interesse in atto fra le potenze mondiali e locali.

Ciò che ci lascia maggiormente sgomenti in questa situazione è però il silenzio, pressoché assoluto, osservato in questa drammatica circostanza dal movimento per la Pace che pare non abbia nulla da dire in merito alle immense sofferenze che patiscono in questi giorni le popolazioni dei Paesi in conflitto. L’Umbria in particolare, che pure si è sempre battuta in prima linea per far prevalere sempre e comunque il dialogo, brilla per la sua assenza: al di là di generici richiami alla tolleranza ed al confronto interreligioso, né la tavola della Pace, né, tanto meno, le Istituzioni locali, hanno avvertito il dovere di mobilitarsi e di mobilitare le coscienze. Il clima vacanziero in atto pare debba prevalere su tutto.

A loro facciamo appello affinché rompano questo silenzio e la nostra regione possa tornare rapidamente ad esercitare quel ruolo che ha da sempre gli è riconosciuto come baluardo del movimento per la Pace in Italia e nel mondo.

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