mercoledì 22 marzo 2006

I DATI ISTAT SULL’OCCUPAZIONE DIMOSTRANO IL FALLIMENTO DELLE POLITICHE SUL LAVORO DEL CENTRO DESTRA - NECESSARIA E POSSIBILE UNA SVOLTA

Rifondazione comunista dell’Umbria ritiene che i dati presentati dall’Istat sull’occupazione confermino sostanzialmente una dinamica occupazionale bloccata, alimentata in gran parte dalla regolarizzazione di lavoratori migranti, e il forte aumento del lavoro precario da tempo denunciato dal nostro partito.

Inoltre, prendendo in esame il dato sulle unità di lavoro equivalenti, si scopre che il numero delle ore lavorate è diminuito drasticamente proprio perché la gran parte delle assunzioni avviene attraverso forme di lavoro precario, realizzando così uno scambio improprio fra lavoro instabile e sottosalario.

Per quanto riguarda la presunta riduzione del tasso di disoccupazione è invece, come spiega l’Istat, da ricondurre a quella sorta di “effetto scoraggiamento”, per cui si rinuncia ad intraprendere concrete azioni di ricerca di un lavoro che non c’è o viene proposto in condizioni di totale precarietà. Non è un caso che ad aumentare in modo molto alto, infatti, sia il tasso di inattività fra i giovani, le donne e nel Mezzogiorno.

Per noi questo quadro conferma che le politiche sul lavoro del centro-destra, basate sulla precarietà e sulla compressione salariale, sono state del tutto disastrose e ingiuste: per questo abbiamo posto all’Unione come opzione programmatica la necessità di una svolta basata sulla centralità del contratto a tempo indeterminato, sull’estensione e universalizzazione degli ammortizzatori sociali, sulla tutela della dignità dei lavoratori disabili e svantaggiati.

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