martedì 14 marzo 2006

DIRETTIVA BOLKESTEIN

DIRETTIVA BOLKESTEIN: DALL’ UE UN VOTO CONTRO L’EUROPA SOCIALE E DEL
LAVORO


Il Parlamento Europeo, il 16 febbraio 2006, ha adottato in prima lettura la proposta di Direttiva sui servizi nel mercato interno, detta Direttiva Bolkestein, con 393 voti a favore e 220 contro...


Va detto subito che il testo adottato ha visto un accordo di “compromesso” tra il Partito Popolare Europeo e il Partito Socialista Europeo: diretta è in questo senso la responsabilità dei DS e della Margherita italiani che hanno attivamente contribuito a tale risultato con l'illusione di poter frenare gli aspetti piu' devastanti della direttiva liberista in questione. Onestamente risulta poco comprensibile anche la soddisfazione della dirigenza europea della CES, il cui segretario Monks sembra non accorgersi delle differenti posizioni assunte da forti e importanti categorie europee, Funzione Pubblica in primis.

Noi riteniamo invece che il voto del Parlamento Europeo sulla direttiva Bolkestein abbia aperto le porte dell'Unione Europea al liberismo sfrenato: perché di questo si tratta, anche nel nuovo testo modificato.

Non c’è più il principio del paese d’origine, è vero, ma la libera prestazione dei servizi fra i paesi dell’Unione potrà essere esercitata senza nessun vincolo; vengono infatti mutuate "sic et simpliciter" le normative Gats dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e nella stesura definitiva sono stati eliminati perfino i deboli richiami alla difesa dei consumatori. Permane l’accelerazione della precarizzazione dei contratti di lavoro. Risulta confermata la messa sul mercato di moltissimi settori di servizi pubblici e si relegano le assemblee elettive, dai comuni ai governi nazionali a meri osservatori del libero fluire della circolazione dei servizi.

Si è dunque confermata la distanza fra l’Europa delle elites politico-economiche, che intende continuare a spingere sulla radicalizzazione delle politiche liberiste, e l’ Europa dei popoli, che ha bocciato il Trattato Costituzionale e che con le due mobilitazioni dell’11 e del 14 a Strasburgo ha dimostrato il netto rifiuto delle politiche liberiste e il desiderio di un’Europa sociale e di pace.

Occorre allora che nei prossimi mesi i movimenti politici della sinistra, i movimenti sociali e sindacali, la società civile più generale compia un salto di qualità affinché la mobilitazione contro la direttiva Bolkestein, nei singoli paesi e a livello europeo si allarghi e si approfondisca. Rifondazione comunista dell’Umbria continuerà a lavorare in questo senso, per un’Europa che rompa con le politiche liberiste e che riconosca uno spazio pubblico dei diritti sociali e del lavoro.

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