DIRETTIVA BOLKESTEIN
DIRETTIVA BOLKESTEIN: DALL UE UN VOTO CONTRO LEUROPA SOCIALE E DEL
LAVORO
Il Parlamento Europeo, il 16 febbraio 2006, ha adottato in prima lettura la proposta di Direttiva sui servizi nel mercato interno, detta Direttiva Bolkestein, con 393 voti a favore e 220 contro...
LAVORO
Il Parlamento Europeo, il 16 febbraio 2006, ha adottato in prima lettura la proposta di Direttiva sui servizi nel mercato interno, detta Direttiva Bolkestein, con 393 voti a favore e 220 contro...
Va detto subito che il testo adottato ha visto un accordo di compromesso tra il Partito Popolare Europeo e il Partito Socialista Europeo: diretta è in questo senso la responsabilità dei DS e della Margherita italiani che hanno attivamente contribuito a tale risultato con l'illusione di poter frenare gli aspetti piu' devastanti della direttiva liberista in questione. Onestamente risulta poco comprensibile anche la soddisfazione della dirigenza europea della CES, il cui segretario Monks sembra non accorgersi delle differenti posizioni assunte da forti e importanti categorie europee, Funzione Pubblica in primis.
Noi riteniamo invece che il voto del Parlamento Europeo sulla direttiva Bolkestein abbia aperto le porte dell'Unione Europea al liberismo sfrenato: perché di questo si tratta, anche nel nuovo testo modificato.
Non cè più il principio del paese dorigine, è vero, ma la libera prestazione dei servizi fra i paesi dellUnione potrà essere esercitata senza nessun vincolo; vengono infatti mutuate "sic et simpliciter" le normative Gats dellOrganizzazione Mondiale del Commercio e nella stesura definitiva sono stati eliminati perfino i deboli richiami alla difesa dei consumatori. Permane laccelerazione della precarizzazione dei contratti di lavoro. Risulta confermata la messa sul mercato di moltissimi settori di servizi pubblici e si relegano le assemblee elettive, dai comuni ai governi nazionali a meri osservatori del libero fluire della circolazione dei servizi.
Si è dunque confermata la distanza fra lEuropa delle elites politico-economiche, che intende continuare a spingere sulla radicalizzazione delle politiche liberiste, e l Europa dei popoli, che ha bocciato il Trattato Costituzionale e che con le due mobilitazioni dell11 e del 14 a Strasburgo ha dimostrato il netto rifiuto delle politiche liberiste e il desiderio di unEuropa sociale e di pace.
Occorre allora che nei prossimi mesi i movimenti politici della sinistra, i movimenti sociali e sindacali, la società civile più generale compia un salto di qualità affinché la mobilitazione contro la direttiva Bolkestein, nei singoli paesi e a livello europeo si allarghi e si approfondisca. Rifondazione comunista dellUmbria continuerà a lavorare in questo senso, per unEuropa che rompa con le politiche liberiste e che riconosca uno spazio pubblico dei diritti sociali e del lavoro.
Noi riteniamo invece che il voto del Parlamento Europeo sulla direttiva Bolkestein abbia aperto le porte dell'Unione Europea al liberismo sfrenato: perché di questo si tratta, anche nel nuovo testo modificato.
Non cè più il principio del paese dorigine, è vero, ma la libera prestazione dei servizi fra i paesi dellUnione potrà essere esercitata senza nessun vincolo; vengono infatti mutuate "sic et simpliciter" le normative Gats dellOrganizzazione Mondiale del Commercio e nella stesura definitiva sono stati eliminati perfino i deboli richiami alla difesa dei consumatori. Permane laccelerazione della precarizzazione dei contratti di lavoro. Risulta confermata la messa sul mercato di moltissimi settori di servizi pubblici e si relegano le assemblee elettive, dai comuni ai governi nazionali a meri osservatori del libero fluire della circolazione dei servizi.
Si è dunque confermata la distanza fra lEuropa delle elites politico-economiche, che intende continuare a spingere sulla radicalizzazione delle politiche liberiste, e l Europa dei popoli, che ha bocciato il Trattato Costituzionale e che con le due mobilitazioni dell11 e del 14 a Strasburgo ha dimostrato il netto rifiuto delle politiche liberiste e il desiderio di unEuropa sociale e di pace.
Occorre allora che nei prossimi mesi i movimenti politici della sinistra, i movimenti sociali e sindacali, la società civile più generale compia un salto di qualità affinché la mobilitazione contro la direttiva Bolkestein, nei singoli paesi e a livello europeo si allarghi e si approfondisca. Rifondazione comunista dellUmbria continuerà a lavorare in questo senso, per unEuropa che rompa con le politiche liberiste e che riconosca uno spazio pubblico dei diritti sociali e del lavoro.
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