giovedì 16 marzo 2006

COSTO DELLA CASA

COSTO DELLA CASA: IL CARO PREZZI HA FORTEMENTE PESATO IN ITALIA PIU’ CHE NEL RESTO D’EUROPA. COLPA ANCHE DELLE RETRIBUZIONI CHE SONO INVECE RESTATE AL PALO


Checché ne dica Berlusconi, i prezzi in Italia sono aumentati per davvero e la differenza con quello che accade negli altri paesi europei la vediamo nitidamente anche spulciando le tavole diffuse al riguardo da Eurostat.

Romano Prodi, nel suo recente faccia a faccia con Berlusconi, ha portato l’esempio eclatante delle profonde differenze che negli anni del governo delle destre si sono verificate fra Bolzano e la vicina Insbruck, a tutto danno delle città italiana ed a vantaggio di quella austriaca, a noi basterà riferirci al settore delle costruzioni, che ha vissuto in tutto il Vecchio continente una seconda giovinezza, con le aziende che hanno macinato utili record.

Ebbene, il livello dei salari in questo comparto, fatto 100 quello del 2000, è salito nel secondo trimestre 2005 a 114,51 in Italia, a 127,8 in Francia e a ben 129,37 in Spagna. Dunque gli stipendi in questo settore sono da noi cresciuti assai meno di quanto è accaduto negli altri principali paesi dell'area euro, ma i lavoratori italiani sono stati fortemente penalizzati nei confronti dei loro colleghi europei anche perché la stessa sorte non l’hanno certo subita i prezzi medi. Per questo aspetto siamo stati proprio imbattibili visto che, sempre secondo l'istituto europeo di statistica, fatto 100 il loro livello medio nel 1996, in Italia a ottobre del 2005 eravamo arrivati a 129, in Spagna a 128,5, mentre la Francia si era portata ad appena 115,8 e la Germania a 115,5.

Ancora una volta, dunque, in Italia le retribuzioni sono salite assai meno che altrove mentre, al contrario, i prezzi assai di più.
Ora, siccome la moneta unica è entrata in circolazione contemporaneamente in tutti questi Paesi, è più che evidente che questa sperequazione non può essere attribuita all’euro, bensì alle manovre di chi ci ha speculato sopra e ad un governo che ha lasciato allegramente fare, cosa che del resto la grande maggioranza degli italiani ha dimostrato di aver ben compreso, visto che, malgrado il maldestro diversivo tentato dal nostro premier, un sondaggio di Eurobarometro, pubblicato un paio di settimane fa a Bruxelles ha dato questi risultati; il 67 per cento del campione intervistato al riguardo si è detto favorevole alla moneta unica, a fronte di un 26 per cento che si è dichiarato contrario.

Aumenti di prezzo ingiustificati, dunque, e non solo nel settore edile, il che ha certo reso più difficile la realizzazione del sogno di una casa propria per chi non ce l’ha ancora e appesantito ulteriormente l’onere degli affitti per i meno fortunati, ma, come abbiamo visto altre volte, problemi di non poco conto i nostri lavoratori ed i nostri pensionati li stanno affrontando da qualche anno anche con un carrello della spesa sempre più difficile da riempire, tant’è che in Italia solo il 40 per cento del campione intervistato immagina per la propria famiglia un futuro migliore, mentre in Francia l'ottimismo sale a quota 44 e in Spagna a 57.

Per ultimo, il fatto che noi italiani siamo e ci consideriamo i più poveri ce lo dimostra anche che, dopo la Germania (reduce però da una costosissima riunificazione), il nostro è il paese con la più spiccata tendenza ad acquistare meno. Perchè? La risposta è semplice, nelle tasche degli italiani c’è ormai assai poco da spendere e questo poco, quando c’è, preferiamo tenercelo ben stretto in previsione di eventuali peggioramenti ancora.
Urge, dunque, una forte iniezione di ottimismo che faccia tornare agli italiani la voglia di impegno e, soprattutto, la fiducia nella loro abilità e nella capacità di ripresa del paese.

Seja o primeiro a comentar

Posta un commento

Lettori fissi

Stefano Vinti © 2008. Template by Dicas Blogger.

TOP