PIL IN CALO
BERLUSCONI DICE CHE TUTTO E OK, MA LEUROPA ABBASSA LA PREVISIONE DI CRESCITA DEL PIL ITALIANO: E ORA DI CAMBIARE MEDICO E CURA
Sembra quasi che ce labbiano con noi. Guarda caso, ogni qualvolta la Commissione Ue si accinge a rivedere i conti economici dei diversi Paesi membri della Comunità, finisce inevitabilmente col declassare lItalia. Questa volta ha misurato lo stato di salute di ognuno dei 25 partner, provando a prevedere quale sarà il loro Pil (prodotto interno lordo) a fine 2006, e per noi le conclusioni sono tuttaltro che rosee: fino a poco tempo si stimava una crescita italiana attorno al +1,5% che è ora scesa ad un ancora più modesto +1,3%.
Sembra quasi che ce labbiano con noi. Guarda caso, ogni qualvolta la Commissione Ue si accinge a rivedere i conti economici dei diversi Paesi membri della Comunità, finisce inevitabilmente col declassare lItalia. Questa volta ha misurato lo stato di salute di ognuno dei 25 partner, provando a prevedere quale sarà il loro Pil (prodotto interno lordo) a fine 2006, e per noi le conclusioni sono tuttaltro che rosee: fino a poco tempo si stimava una crescita italiana attorno al +1,5% che è ora scesa ad un ancora più modesto +1,3%.
Malgrado gli schiamazzi del nostro premier che si è affannato quanto mai per assicurarci sullo stato di salute del Paese, sbucando a sorpresa da ogni schermo Tv e non, evidentemente agli esperti Ue debbono essere arrivati dati del tutto diversi.
Il bello è che lItalia è, assieme alla Spagna, lunico Paese allinterno delleurozona a crescere meno di quanto era stato previsto, con un piccolo non trascurabile particolare però, visto che, mentre per i nostri amici iberici si parla di un aumento record in Europa del loro Pil, che viaggia attorno al +3,1% (il dato precedente era del +3,2%), noi, con il micragnoso +1,3 % che ci ritroviamo cucito addosso, non solo figuriamo allultimo posto nel continente, ma siamo di sotto di brutto rispetto alla media prevista per la stessa eurozona (+1,9%) ed ancor più rispetto a quella dellEuropa allargata a 25 (+2,2).
Che dire, poi, del confronto con la Germania che tanto aveva confortato i nostri governanti? Nel novembre scorso si prevedeva una crescita del pil tedesco nel 2006 pari al +1,3%, addirittura al di sotto della nostra che, lo ricordiamo, era stimata al +1,5%. Secondo Berlusconi e soci questo fatto ci avrebbe dovuto riempire dorgoglio visto che una potenza come quella tedesca, che poteva e può comunque vantare uneconomia assai più sana della nostra visto che non è gravata dallenorme debito pubblico italiano, sembrava arrancare ancora più faticosamente: ora, però, la situazione si è invertita dato che loro sono saliti al +1,5% e noi scesi al +1,3%, per cui siamo curiosi di vedere a quale altro appiglio cercheranno di aggrapparsi i signori della cosiddetta Casa della libertà per chiudere gli occhi davanti alla ricetta economica indigesta che ci è stata cucinata da Tremonti.
Resta dunque il fatto che, grazie alla politica lungimirante del governo di centro destra, gli anni delle vacche magre per gli italiani sembrano destinati a continuare e la tanto sospirate ripresa ad allontanarsi: il 2005 si era chiuso in piena stagnazione, con una crescita del pil inchiodata sul +0,1%, ovvero nulla, e il 2006 potrebbe finire anche peggio, confermando così lItalia come grande malata dEuropa, visto che quasi sempre le previsioni di inizio anno sono contraddette in peggio dal risultato finale.
Ci resta, perciò, solo la speranza è che gli elettori italiani si decidano finalmente a cambiare medico e ad abbandonare una cura che ha solo fatto peggiorare il malato.
Il bello è che lItalia è, assieme alla Spagna, lunico Paese allinterno delleurozona a crescere meno di quanto era stato previsto, con un piccolo non trascurabile particolare però, visto che, mentre per i nostri amici iberici si parla di un aumento record in Europa del loro Pil, che viaggia attorno al +3,1% (il dato precedente era del +3,2%), noi, con il micragnoso +1,3 % che ci ritroviamo cucito addosso, non solo figuriamo allultimo posto nel continente, ma siamo di sotto di brutto rispetto alla media prevista per la stessa eurozona (+1,9%) ed ancor più rispetto a quella dellEuropa allargata a 25 (+2,2).
Che dire, poi, del confronto con la Germania che tanto aveva confortato i nostri governanti? Nel novembre scorso si prevedeva una crescita del pil tedesco nel 2006 pari al +1,3%, addirittura al di sotto della nostra che, lo ricordiamo, era stimata al +1,5%. Secondo Berlusconi e soci questo fatto ci avrebbe dovuto riempire dorgoglio visto che una potenza come quella tedesca, che poteva e può comunque vantare uneconomia assai più sana della nostra visto che non è gravata dallenorme debito pubblico italiano, sembrava arrancare ancora più faticosamente: ora, però, la situazione si è invertita dato che loro sono saliti al +1,5% e noi scesi al +1,3%, per cui siamo curiosi di vedere a quale altro appiglio cercheranno di aggrapparsi i signori della cosiddetta Casa della libertà per chiudere gli occhi davanti alla ricetta economica indigesta che ci è stata cucinata da Tremonti.
Resta dunque il fatto che, grazie alla politica lungimirante del governo di centro destra, gli anni delle vacche magre per gli italiani sembrano destinati a continuare e la tanto sospirate ripresa ad allontanarsi: il 2005 si era chiuso in piena stagnazione, con una crescita del pil inchiodata sul +0,1%, ovvero nulla, e il 2006 potrebbe finire anche peggio, confermando così lItalia come grande malata dEuropa, visto che quasi sempre le previsioni di inizio anno sono contraddette in peggio dal risultato finale.
Ci resta, perciò, solo la speranza è che gli elettori italiani si decidano finalmente a cambiare medico e ad abbandonare una cura che ha solo fatto peggiorare il malato.
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