venerdì 10 febbraio 2006

LA TRAGEDIA DELLE FOIBE

LA TRAGEDIA DELLE FOIBE VA CONTESTUALIZZATA NEL SUO TEMPO ED E’ FRUTTO DELLA FEROCIA DEL REGIME MUSSOLINIANO. NO, DUNQUE, ALLE SPECULAZIONI DI CHI HA SEMPRE SOSTENUTO IL FASCISMO NEL NOSTRO PAESE

La tragedia delle foibe, nelle quali persero la vita migliaia di italiani, merita certamente rispetto, ma non possiamo assistere in silenzio all’operazione di revisionismo storico che su questo argomento sta tentando l’intero schieramento di centro destra nel nostro Paese, nell’intento neppure troppo nascosto di riabilitare quel regime fascista le cui imprese militari ed espansioniste sono state le cause scatenanti di quegli avvenimenti.

Ben diverso l’atteggiamento tenuto dalla storiografia tedesca, Paese che pure ha pagato un prezzo assai più pesante del nostro dopo la sconfitta subita nella Seconda guerra mondiale. Anche la popolazione tedesca subì feroci rappresaglie da parte degli eserciti occupanti, ma i tedeschi hanno tuttora chiaro che questo è stato il prezzo che hanno dovuto pagare per la sanguinosa guerra scatenata in tutta Europa dal nazismo e che è perciò a Hitler ed ai suoi gerarchi che va imputata la responsabilità per quelle sofferenze.

In Italia, invece, sono proprio gli eredi diretti del nostro fascismo, un regime che si è macchiato di crimini infami nei territori slavi, a prendere a pretesto la vicenda delle foibe, ingigantendone anche la portata, allo scopo di riaccendere l’odio antislavo nel nostro Paese e far passare in secondo piano le loro responsabilità storiche.
Condanna, dunque, per le foibe, ma attenzione a non decontestualizzare quei fatti e, soprattutto, a fare di ogni erba un fascio, perché se è vero che in quelle fosse sono finiti degli innocenti, è altrettanto vero che assieme ad essi vi sono stati sepolti altrettanti e ancor più collaboratori di quel regime fascista che aveva lungamente oppresso i non italiani, rendendosi corresponsabile con il nazismo della morte di oltre seicentomila jugoslavi.

Insomma, come ci ricordano alcuni testimoni del tempo, i territori liberati dall’esercito jugoslavo nel 1945 non erano abitati solo da italiani ed in molti casi i nostri connazionali uccisi erano o rappresentanti diretti del governo e dell’esercito occupante, oppure funzionari delle amministrazioni fasciste, o ancora possidenti e imprenditori a volte arrivati da altre regioni e utilizzati dal fascismo come elementi di italianizzazione. Erano, perciò, tutti elementi riconducibili in qualche modo al potere fascista e all’occupazione militare e coloniale italiana e perciò nei loro confronti non si può parlare di pulizia etnica, anche se è indubbio che ci sono state vendette, cosa peraltro inevitabile in un’area sconvolta dalla guerra.

Del resto, anche prima di diventare fascista, l’Italia uscita vincitrice dalla Prima guerra mondiale impose nei territori slavi appena acquisiti - Istria e parte della Slovenia continentale – un processo di nazionalizzazione forzata che arrivò al punto di vietare i nomi slavi e di proibire l’uso delle lingue slave in pubblico: le persone, le città e le vie furono italianizzate a forza, furono chiuse le scuole locali. All’inizio della Seconda Guerra mondiale, poi, l’esercito italiano occupò la Slovenia fino a Lubiana, operando eccidi e deportazioni di massa, bruciando i villaggi e compiendo una lunga serie di crimini di guerra, aiutati in ciò dai collaborazionisti slavi Ustascia e Domobrani.

E’ in questo contesto che va inserita la vicenda delle foibe che non sono una vendetta etnica quindi, ma il tragico risultato di decenni di repressione contro gli slavi e contro gli oppositori del fascismo. E va perciò respinto anche il tentativo sottile di equiparare la tragedia delle foibe all’olocausto, perché in questo caso siamo di fronte al tentativo assai più grave di sterminare un’intera razza.

Questo per amore della verità ed anche per togliere qualsiasi alibi a quanti, dopo aver esaltato in Italia il regime che ha portato il nostro Paese alla rovina e provocato distruzioni e lutti immensi, vorrebbero farci ora dimenticare tutto questo provando a riscrivere la storia a loro elusivo beneficio.

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