martedì 21 febbraio 2006

FORZA ITALIA A DIFESA DEL RISPARMIO CHE NON C’E’. GLI ITALIANI SI INDEBITANO SEMPRE PIU’


Una delle parole d’ordine di Forza Italia per questa campagna elettorale è quella delle tutela del risparmio con la conseguente denuncia del pericolo rappresentato da una sinistra che intenderebbe tassare perfino i conti corrente. Una sortita che potrebbe determinare qualche effetto se non fosse vanificata dal semplice fatto che ormai gli italiani di risparmi da tutelare ne hanno ben pochi, almeno la stragrande maggioranza di loro.


L’attacco proditorio e ingiustificato del caro vita, del quale chi ci ha governato in questi anni porta una grave responsabilità non avendo fatto nulla per contrastarlo, ha ridotto fortemente il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni costringendo le famiglie italiane a prosciugare quel poco di capitale che erano riuscite ad accumulare a costo di enormi sacrifici nei tempi migliori. A completare l’opera ci hanno poi pensato i tagli continuati e feroci che le Finanziarie che si sono succedute nel quinquennio che si va a concludere hanno determinato sui bilanci degli Enti locali e che si sono tradotti in maggiori costi per i servizi e per l’acquisto di beni considerati indispensabili (asili nido, trasporti, N.U., carburanti, elettricità, pedaggi autostradali e chi più ne ha più ne metta), tanto da aver determinato la ripresa vigorosa del fenomeno della vendita rateale che pareva aver imboccato una fase calante.

La riprova di quanto andiamo sostenendo l’abbiamo avuta proprio in questi giorni e c’è stata fornita dall’Assofin, l’associazione italiana del credito al consumo, che ci ha edotti sul fatto che gli italiani si sono fortemente indebitati fra il 2000 e il 2005. In particolare ha conosciuto una fase di grande sviluppo la prassi della cessione del quinto dello stipendio che ha registrato un incremento in questo periodo del 264,4 per cento, passando dai 753 milioni di euro erogati nel 2000 ai 2 miliardi e 746 milioni dell’anno passato.
Solo nell’ultimo anno l’incremento in questo settore è stato del 15 per cento rispetto al 2004.

Da tutto ciò si deduce che più che a pensare a come tutelare i risparmi degli italiani sarebbe l’ora di cominciare a pensare a come difenderli dai debiti che li strangolano in misura sempre maggiore e a nostro parere la maniera migliore per farlo è di sbarazzarsi una volta per sempre da una classe di governo che ha enormemente dilatato le distanze già prima esistenti fra le classi più agiate, che si sono progressivamente ristrette a pochi privilegiati, ed i sempre più vasti ceti popolari, tanto da determinare l’insorgere del noto fenomeno delle nuove povertà. Una classe di governo che è riuscita perfino nella non facile impresa di spingere il nostro Paese ai margini di un’Europa che pure non brilla complessivamente per la vivacità della sua economia.

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