mercoledì 15 febbraio 2006

CISA DI TAVERNELLE

PRESENTATA IN CONSIGLIO REGIONALE UNA INTERROGAZIONE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA DELL’UMBRIA PER CONOSCERE LA SITUAZIONE CHE SI STA DETERMINANDO ALLA CISA DI TAVERNELLE

Rifondazione comunista dell’Umbria rende noto ha presentato una interrogazione alla Giunta Regionale in merito alla triste vicenda della CISA di Tavernelle.

Infatti, nell’accordo del mese di dicembre 2005, steso tra i sindacati e la dirigenza della Ingersoll Rand Company, si era stabilito che l’azienda CISA di Tavernelle dovesse cessare le proprie attività produttive entro il 28 febbraio 2006; l’intesa prevedeva inoltre il passaggio per un numero compreso tra le 33 e le 40 unità lavorative in una nuova azienda, verosimilmente la CMT, al fine di dare un proseguo all’attività della CISA.


Il nostro partito ribadisce i propri dubbi sull’accordo, dubbi del resto già sollevati in Consiglio Regionale attraverso una mozione: la CISA sta chiudendo, con i conti in regola, scadenze di produzione e consegna rispettate, a causa della delocalizzazione produttiva decisa unilateralmente dalla multinazionale Ingersoll-Rand.

Tra l’altro nell’incontro di lunedì 13 febbraio 2006 presso Confindustria Perugia tra le centrali sindacali e la CISA non è stato chiarito il futuro della CISA attraverso l’ingresso della CMT, proprio perché tra quest’ultima e la Multinazionale Ingersoll-Rand non c’è ancora un accordo chiaro sui margini economici reali per rilevare una parte della produzione.

in questa situazione i lavoratori dello stabilimento, ai quali continua ad andare tutta la nostra solidarietà, continuano a vivere con preoccupazione il pericolo di una chiusura totale e, per questo, sono in stato di agitazione.

Dunque interroghiamo la Giunta Regionale e l’Assessore competente per conoscere quali azioni sono state intraprese per spingere la Ingersoll Rand Company a ritirare la procedura di mobilità per i lavoratori della Cisa e per scongiurare la chiusura dello stabilimento stabilita per il prossimo 28 febbraio e per sapere quali misure di intervento pubblico sono state attivate dalle istituzioni locali e dalla Regione dell’Umbria al fine di garantire la continuità delle produzioni in loco, di evitare delocalizzazioni di processi produttivi, di mantenere i livelli occupazionali, così come già deliberato dal Consiglio Regionale dell’Umbria.

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