mercoledì 22 settembre 2010

Federazione della sinistra, congresso a novembre

Si avvicina il momento fondativo della Federazione della Sinistra. Lo ha deciso ieri il Consiglio nazionale della FdS cercando di delinearne i passaggi formali e sostanziali. Queste le tappe: nella seconda metà di ottobre, dopo aver svolto assemblee, si svolgeranno i congressi territoriali, su base comunale o di aggregazione fra comuni limitrofi, che vedranno coinvolti tutti coloro che risultanno già iscritti o vorranno farlo e nei quali si discuteranno e voteranno il documento politico già predisposto ed eventuali emendamenti; nell'ultima settimana di novembre si svolgerà il congresso nazionale vero e proprio per definire la linea politica del nuovo soggetto.


Un percorso tutto da "inventare" data la natura sperimentale dell'avvenimento - mettere insieme quattro realtà politiche che però continueranno a persistere autonomamente, persone e associazioni che entrano in una federazione senza nessun "socio fondatore" - quindi le modalità di svolgimento saranno per forza di cose transitorie. Come ha precisato Paolo Ferrero, somiglierà molto a quelli che sono tutt'ora i congressi della Linke tedesca. Un congresso che partirà di fatto con la partecipazione in massa alla manifestazione della Fiom del 16 ottobre e che nei giorni immediatamente successivi cercherà di coinvolgere tutte le soggettività disponibili.

Rispettando la logica "una testa un voto" (la composizione dell'attuale Coordinamento), si costruirà una platea congressuale di 600 delegati in cui dovrà essere garantita la rappresentanza di genere (non più del 60% di delegati ad uno dei sessi). Il congresso dovrà decidere in merito alle competenze della Federazione e al simbolo da presentare alle scadenze elettorali. Ovviamente verranno anche definiti gruppi dirigenti col metodo del consenso in cui debbono trovare rappresentanza tanto i promotori quanto i nuovi iscritti, tenendo conto dell'elemento transitorio e costituente del processo che si mette in atto. Si parlerà molto di linea politica e si cercherà di garantire l'operatività e l'efficacia della Federazione, sapendo che di fronte a divergenze irriducibili si può già ipotizzare una successiva ulteriore fase congressuale che riesca a far tesoro del percorso intrapreso.

Per quanto riguarda la linea politica sono stati ribaditi concetti ora rafforzati dalla disponibilità di Bersani per la costruzione di una alleanza democratica ampia in difesa della costituzione. «A Bersani il compito di costruire il nuovo Ulivo a noi quello di realizzare l'unità della sinistra - ha sottolineato Ferrero, provando anche a definire elementi più specifici di accordo programmatico ma sapendo che «come Federazione saremo indisponibili ad entrare in un nuovo governo». Il segretario del Prc ha proposto una "campagna di motivazione" capace di spiegare bene «a chi ci vota e a chi potrebbe essere interessato a votarci la nostra utilità». Cioè quella di chi vuole sostenere i tanti elementi che definiscono una autonomia politica e programmatica, dal no alla guerra in Afghanistan al dimezzamento delle spese militari in favore di spese sociali, alle battaglie sociali per il diritto all'abitare, al salario minimo, alla difesa dei contratti, alle delocalizzazioni ecc... No a contrattazioni insomma: l'essenza dell'accordo col Pd - su cui nessuno avrebbe scommesso mesi fa - è l'accordo stesso.

In alcuni interventi - Forenza, Fantozzi - ripresi poi dal portavoce della FdS Cesare Salvi, è emersa l'esigenza, soprattutto in questa fase iniziale, di veder garantita una reale partecipazione delle iscritte e degli iscritti alle decisioni importanti e alle discussioni, rompendo con i meccanismi plebiscitari e avvalendosi anche dei mezzi informatici. Gianpaolo Patta (Lavoro e solidarietà) ha insistito sulla necessità di rendere più concrete le ragioni per cui il dettato costituzionale è al centro del programma di alleanza, affermando che l'autonomia della FdS è anche nel portare a discutere di quanto articoli fondamentali, come quelli connessi al lavoro e al fisco, siano inapplicati o non più rispettati ponendo poi il problema di definire un programma politico, sintetico, ma capace di parlare alla maggior parte delle persone. Oliviero Diliberto (PdCI) si è interrogato rispetto alla possibilità di avere con questo Pd un accordo programmatico più definito, mentre Claudio Bellotti, Prc, mantenendo un giudizio negativo sul percorso federativo, ha posto il problema di veder equamente rappresentata al congresso tale posizione. Ad ogni documento alternativo verrà comunque garantita pubblicità e saranno le realtà territoriali e le organizzazioni promotrici a rispettare la rappresentanza delle posizioni.

Nelle conclusioni Cesare Salvi ha fatto propri alcuni dei suggerimenti di modifica rispetto al documento presentato per il regolamento; il Coordinamento si riunirà a breve per migliorare il testo e dare il via ad una stagione congressuale strettamente legata all'attualità politica e sociale e che potrebbe ridare finalmente la giusta visibilità ad una Federazione che non sarà più "il partito dell'asterisco".

Da Liberazione del 19 settembre 2010

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