Il Colosseo perde pezzi/Vinti: "L’Italia non lo merita, Bondi si dimetta"
Il disastroso stato dei beni artistici italiani è evidenziato dal crollo di tre frammenti d’intonaco che nella notte tra sabato e domenica si sono staccati dalle volte del Colosseo.
Il crollo al Colosseo segue quello del 31 marzo alla Domus Aurea dove è venuta giù una delle gallerie di Traiano, e negli stessi giorni crollavano parti delle “mura aureliane”, senza considerare lo stato a rischio degli Acquedotti romani.
Il Colosseo è stato iniziato dall’imperatore Vespasiano e inaugurato dal figlio Tito nell’80 con 100 giorni di spettacoli. Un capolavoro della maestosità dell’architettura romana;
Anfiteatro Flavio, appunto pensato e realizzato in maniera compiuta dalla dinastia dei Flavi
(Vespasiano, Tito, Domiziano, con origini umbre, essendo Vespasia Polla di Norcia la madre di Vespasiano), misura 50 metri di altezza, centomila metri cubi di travertino impiegati, lungo 188 metri, largo 156, una capienza di 60.000 spettatori.
Un capolavoro di architettura e ingegneria semplicemente paradisiaco.
Il Colosseo è il monumento simbolo di Roma e uno dei più famosi al mondo.
Una fonte economica importante con i suoi 4.655.203 visitatori nel 2009, che hanno reso
la bellezza di 30 milioni e mezzo di entrate.
Il Colosseo è il “simbolo dei simboli”, ma il nostro paese e le sue istituzioni proprio non lo meritano. Occorrono opere di restauro e salvaguardia immediate, aprendo cantieri e
Impiegando i 23 milioni a disposizione.
Dopo questo crollo il ministro Bondi si deve dimettere.
Nel corso dei secoli il Colosseo ne ha viste di cotte e di crude, è stato depredato e lasciato in rovina, ma come disse un monaco inglese del 700: finché starà in piedi, staranno in piedi anche Roma e il mondo.
Stefano Vinti
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