A Paolo Brutti dico: no ad inutili polemiche
Sorprendono le dichiarazioni del neo eletto consigliere regionale Paolo Brutti che non trova meglio su cui esprimersi, nel giorno successivo a una grande vittoria del centrosinistra, che di regole e legge elettorale regionale. In questo momento, pensavamo che il problema fosse quello di posizionare la coalizione in una iniziativa politica ed istituzionale in grado di dare risposte ai lavoratori e ai precari vittime della crisi dell’apparato produttivo regionale, e non quello di accorgersi, “a babbo morto”, del tipo di legge elettorale con cui Brutti è stato eletto, a dire il vero, senza particolari affanni.
La differenza tra un partito strutturato e un partito che prende molti voti sta in venti anni di storia e di lavoro per l’Umbria. Venti anni in cui grosso modo il consenso ed il radicamento sociale, cosa differente dal voto d’opinione o dall’assemblaggio di personaggi in una stessa lista, sta nella omogeneità del voto a livello regionale. Uno dei criteri fondanti della nuova legge elettorale è stata l’abolizione del collegio unico regionale che in tutta la storia elettorale dell’Umbria aveva penalizzato in termini di rappresentanza la circoscrizione di Terni.
Infatti si è proceduto alla costituzione di due circoscrizioni autonome dove i resti avrebbero inciso solo ed esclusivamente nelle rispettive circoscrizioni. Il problema pertanto non è prendere tanti voti a Perugia, o comunque non sufficienti a far scattare due consiglieri, ma prenderne tanti anche a Terni per conquistarne uno anche lì. Pertanto, al di là delle facili demagogie, se l’Italia dei Valori è soltanto il terzo gruppo del centrosinistra mentre la Federazione con tre eletti è il secondo gruppo, la responsabilità è da ricercare solo ed esclusivamente nella incapacità dell’Idv di acquisire il consenso necessario per un consigliere regionale nella circoscrizione di Terni.
In merito agli annunciati ricorsi sulla legge elettorale non capisco se l’intenzione sia quella di voler rifare le elezioni oppure se sia in atto un tentativo di alzare il prezzo per una organizzazione della maggioranza che non tenga conto dei rapporti di forza reali presenti nel nuovo consiglio regionale. Appare questa polemica l’equivalente di quella di alcune settimane orsono in cui l’Idv minacciava sfaceli, uscite dalla maggioranze e corse solitarie se non si fosse abolito il cosiddetto listino, salvo poi chiedere un posto nel suddetto listino e sfruttarne tutti gli indiscutibili vantaggi. Per quanto ci riguarda riteniamo quanto mai necessario evitare queste polemiche e garantiamo il nostro impegno affinché tutte le forze politiche presenti in consiglio abbiano un’equa rappresentanza nella giunta regionale e negli altri incarichi istituzionali.
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