sabato 10 aprile 2010

Legge elettorale, ecco perché la polemica dell'Idv è infondata

La legge elettorale regionale applicata per la prima volta in occasione del recente rinnovo dell’Assemblea legislativa di fine marzo ha introdotto alcune novità rispetto alla vecchia disciplina. Stante il riparto di competenze legislative delineato dal nuovo titolo V, Parte II della Costituzione, il sistema di elezione rientra oggi nelle competenze delle Regioni sulla base dei principi stabiliti dalla legge statale (nello specifico si tratta della legge n. 165/2004).
Oltre ad adeguare il sistema di elezione al numero di consiglieri stabilito dal nuovo Statuto (31, in luogo dei 30 previsti fino al 2005) il legislatore regionale ha disciplinato – al pari di altre Regioni – ulteriori aspetti, tra i quali le modalità di riparto degli eventuali quozienti frazionari (i cosiddetti resti).
Non certo fino ad un attimo prima dei giorni delle votazioni ma solo dopo aver appreso i risultati elettorali, c’è chi ha provato a dubitare della correttezza del riparto dei resti su base provinciale, in luogo di quello su base regionale (come avveniva in passato) che li avrebbe favoriti – guarda caso – nella specifica circostanza delle recenti elezioni.
Si ricorda che prima dell’approvazione della legge regionale tale forza politica contestava tutt’altri aspetti, come la permanenza del famoso listino (salvo poi infilarsici dentro), e tentava l’inserimento di regole che vincolassero la surroga dei candidati nei listini con rappresentanti dello stesso partito (sistema mai sperimentato in nessuna regione in precedenza). Di certo non veniva contestata la regola – ad applicazione solo eventuale – del riparto dei resti su base provinciale (si vedano gli atti del dibattito consiliare).
Di colpo, appresi i risultati, si insinua che le regole applicabili prevederebbero ancora il riparto dei resti su base regionale (come avveniva in passato). A costoro si ricorda che le vecchie leggi statali non fungono certo da norme di principio rispetto alla legge regionale. Piuttosto le due leggi statali sono state recepite dal legislatore regionale soltanto per quanto riguarda gli aspetti non espressamente disciplinati dalla legge regionale e solo ed in quanto compatibili con le nuove norme regionali.
Inoltre, le vecchie leggi statali sono state fatte proprie per mezzo di legge regionale – limitatamente ad alcuni aspetti – proprio perché non sono norme di principio, né gerarchicamente sovraordinate. Semplicemente si tratta delle vecchie leggi statali che il legislatore regionale può cambiare, se ritiene di farlo, come ha fatto. Inoltre non v’è dubbio che la nuova legge disciplina chiaramente le modalità di riparto degli eventuali resti, al punto che i competenti organi istituzionali coinvolti nella predisposizione della macchina elettorale hanno semplicemente applicato quanto previsto dalla legge.
Per di più non è certo un fatto scontato che i risultati elettorali generino dei resti. E’ una mera possibilità che se si verifica va in qualche modo regolata. Difficile leggere degli scandali o delle prevaricazioni su tali aspetti.
Per non parlare poi del vero paletto posto ai legislatori regionali: la legge statale di principi, la quale nulla dispone sul punto, premurandosi piuttosto di garantire stabili maggioranze al Presidente della Regione (ciò che è avvenuto) e la rappresentanza delle minoranze (situazione anch’essa verificatasi).
Inoltre, pur potendolo fare, il Governo non ha impugnato la legge elettorale regionale, e non certo perchè distratto. Nello stesso periodo, infatti, l'esecutivo ha impugnato altre due leggi umbre.
Qualora la Lista Rifondazione comunista-Comunisti italiani non avesse conseguito resti, avrebbe allora dovuto invocare chissà quale violazione dei principi costituzionali. E che dire di Sinistra Ecologia e Libertà che pur avendo superato la soglia di sbarramento e nonostante abbia ottenuto pochi voti in meno rispetto alla Lista socialista si trova senza rappresentanza in Consiglio a fronte di due rappresentanti socialisti. E ancora, l’assegnazione di un seggio per effetto di voti residui da che mondo è mondo favorisce chi lo consegue a scapito di chi per pochi voti non lo ottiene. La lista Rifondazione comunista-Comunisti italiani ha dimostrato di avere rappresentanza territoriale equilibrata su tutta la Regione, guadagnando consiglieri a Perugia e Terni.
A voler rigorosamente rispettare il riparto proporzionale dovremmo allora menomare quei candidati che conseguono il seggio sulla base dei resti, oppure bisognerebbe conferirgli prerogative limitate, magari in proporzione al quoziente frazionario che ne ha permesso l’elezione.
Una cosa è certa, agitare inutili questioni per alzare la posta delle pretese in sede di configurazione degli assetti istituzionali è il modo più sbagliato di inaugurare la nona legislatura.

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