giovedì 16 luglio 2009

Vinti: “Il nucleare in Umbria non passerà”

Incurante del fatto che in Italia non c’è nessuna Regione, neppure quelle governate dal centro destra, disposta ad ospitare nuove centrali nucleari, il governo Berlusconi ha imboccato questa strada senza ritorno facendosi approvare definitivamente dal Senato il piano che prevede la costruzione di 12 nuovi siti nel nostro Paese.


Una scelta, questa, oltre che sbagliata perché mette in serio pericolo la salubrità dell’ambiente e la salute dei cittadini, è anche improduttiva dal punto di vista economico, tant’è che è stata abbandonata persino negli Stati Uniti d’America, il cui presidente, Barack Obama, ha decisamente indicato la strada delle fonti alternative.


Il piano del governo italiano non indica, naturalmente, i siti scelti a tale riguardo onde evitare le sacrosante proteste dei cittadini e, a quanto si dice, questa scelta non verrà fatta prima dello svolgimento delle elezioni per il rinnovo dei consigli regionali che si svolgeranno il prossimo anno. Le ragioni di questa scelta sono del tutto evidenti: carpire il consenso degli elettori e servire loro subito dopo la polpetta avvelenata.


Si dice anche che il governo Berlusconi si appresterebbe ad arginare le prevedibili proteste indicando come possibili siti nucleari alcune della tante aree militari, off limits per i cittadini, che sono sparse qua e là nel Paese. Queste aree militari sono presenti anche in Umbria e dichiariamo subito che qualora la scelta debba cadere sulla nostra regione, non sarà certo questa furbata a fermare la nostra protesta.


Rifondazione Comunista dell’Umbria condivide pienamente la posizione espressa dal Presidente della Regione Emilia, Vasco Errani, che, nella sua veste di Presidente della Conferenza delle Regioni, ha giudicato errata la strada imboccata dal governo. E condivide pienamente anche la posizione ugualmente e nettamente contraria espressa dalla Presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, a rafforzamento della quale proporrà al Consiglio Regionale di dichiarare unanimemente la nostra regione “area denuclearizzata” ed in quanto tale interdetta ad ospitare qualsiasi impianto, sia civile che tanto più militare, che preveda l’impiego di questa energia così pericolosa per l’ambiente e la salute dei cittadini.

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