IMMIGRAZIONE, LE CIFRE SMENTISCONO GLI ALLARMI SOCIALI DELLE DESTRE
IMMIGRAZIONE, LE CIFRE SMENTISCONO GLI ALLARMI SOCIALI DELLE DESTRE: IL TASSO UMBRO E’ CRESCIUTO MENO DI QUELLO NAZIONALE. SONO PIU’ LE FEMMINE ED E’ ELEVATA LA PERCENTUALE DI MINORI PER EFFETTO DEI RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI E DELLA MINORE CLANDESTINITA’
Rallenta il fenomeno migratorio in Umbria, anche se la nostra regione rimane fra le prime in Italia quanto a percentuale di stranieri sul totale della popolazione.
I dati al riguardo ci sono stati forniti dall’Istat che, con il suo rapporto sulla popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2007, pubblicato oggi, ci fa sapere che, mentre a livello nazionale si è registrato un incremento degli arrivi pari al 10,1% rispetto al 1 gennaio 2006, in Umbria ci siamo fermati al 7,7%, il dato più basso in assoluto nell’area Centro-Nord del Paese. Con una particolarità in più costituita dal fatto che questa volta, contrariamente a quanto era sempre accaduto in passato, è la provincia di Terni (+8,7%) che ha superato quella di Perugia (+7,5%), anche se per valori assoluti di presenze l’Umbria settentrionale continua a prevalere fortemente su quella meridionale (7,9% contro 5,7%).
L’etnia più numerosa in Umbria è quella albanese, che rappresenta il 20,9% del totale e che appare concentrarsi particolarmente nella provincia di Perugia (21,1%), mentre in quella di Terni sono i romeni che occupano la prima piazza (20,5% e 12,6% e livello regionale). I marocchini, con il 12,3% di presenze, rappresentano invece la terza etnia straniera presente in Umbria.
I nuovi dati comunicati dall’Istat non mutano però grandemente la situazione umbra rispetto al quadro nazionale poiché, con una percentuale media del 7,3% di popolazione straniera sul totale dei residenti, la nostra regione si pone al terzo posto, in condominio con il Veneto e preceduta unicamente da Lombardia (7,6%) ed Emilia Romagna (7,5%). Perugia, poi, figura al tredicesimo posto di una graduatoria comprendente tutte le 107 province italiane, in compagnia di Macerata, preceduta da alcuni forti distretti industriali del settentrione e, nell’area centrale, unicamente da Prato. Incredibile, poi, il confronto con Roma, visto che la provincia capitolina si segnala per una concentrazione di stranieri del 6,9% appena. Ma qui entra in ballo il fenomeno della clandestinità che è assai maggiore nella capitale rispetto a quanto si verifichi in Umbria, dove è ben più alto il tasso di legalità, avendo a che fare per lo più di lavoratori ben integrati nel tessuto sociale regionale. Il che - anche se l’attenzione va comunque tenuta sempre desta e non va minimamente rallentata l’azione di contrasto nei confronti di quanti delinquono - la dice lunga sul grado di strumentalità che sta alla base dei continui allarmi lanciati dalle destre.
Per il resto, va detto che gli immigrati residenti in Umbria erano al 1 gennaio scorso 63.861, dei quali 50.824 nella provincia di Perugia e 13.037 in quella di Terni.
L’Umbria si pone comunque in controtendenza rispetto al dato nazionale per quanto riguarda la suddivisione fra maschi e femmine: infatti, se nel complesso dei 2.938.922 residenti stranieri in Italia sono gli uomini a prevalere, sia pure di poco (1.473.073 contro 1.465.849), nella nostra regione, dove a 33.337 donne immigrate (il 52,2% del totale) fanno risconto 30.524 maschi, si verifica l’esatto contrario. Ma è in via più generale nel settentrione d’Italia dove gli uomini prevalgono numericamente sulle donne (fatta eccezione per il Piemonte, la Liguria e la Valle d’Aosta), fenomeno probabilmente legato al diverso tipo di domanda di manodopera presenta in quell’area del Paese, più inerente ad attività di tipo industriale che ai servizi e fors’anche alla maggiore facilità con la quale si rendono da noi possibili i ricongiungimenti familiari, come lascerebbe intendere anche l’alta percentuale rappresentata dai minorenni, persone quindi non in condizione di lavorare, sul totale dei residenti stranieri che in Umbria è del 23%.
A ciò si lega strettamente anche il dato Istat relativo alla percentuale di nati stranieri sul totale dei nati, per il quale l’Umbria, con il suo 15,3% (che nella provincia di Perugia sale al 16,2%, mentre Terni si ferma al 12,2% ), è sopravanzata unicamente da Emilia Romagna (17,4%), Veneto (17,3%) e Lombardia (16,9%).
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