SPESA MENSILE DELLE FAMIGLIE
LA SPESA MENSILE DELLE FAMIGLIE: NEL 2005 IN UMBRIA E STATA DI 2.304 EURO DI MEDIA, IN LINEA CON IL DATO NAZIONALE. MENO DI UN QUINTO E ANDATA PER GLI ALIMENTI. FORTE INCIDENZA DELLA SPESA PER LE ABITAZIONI E SIGNIFICATIVI RISPARMI DA SANITA E TRASPORTI.
Ma quanto spendono le famiglie italiane per la loro spesa mensile? A questo interrogativo ha voluto dare risposta una ricerca dellIstat che ha calcolato un esborso medio mensile, nel 2005, pari a 2.398 euro, con un incremento di circa 17 euro (+0,7%) rispetto al 2004. Un andamento che, incorporando sia la dinamica inflazionistica (che nel 2005 è stata calcolata in media all1,9%) che la crescita del valore del fitto figurativo, si traduce in una probabile riduzione della spesa media mensile per i consumi in termini reali. Oddio, si tratterebbe di un fenomeno statisticamente assai poco significativo, ma che conferma comunque quella stasi di fatto dei consumi al termine dellesperienza di governo del centro destra che tanto ha allarmato i nostri economisti, ed ancor più i nostri commercianti.
Per meglio comprendere questo fenomeno va comunque detto che sulla spesa totale lincidenza degli approvvigionamenti alimentari è nettamente minoritaria, pari a poco più di un quinto, corrispondente a 456 euro a famiglia. Il resto -ed è stata la parte assolutamente predominante (1.941 euro)- se nè andata per le spese non alimentari fra le quali, come vedremo, la voce abitazione ha occupato un posto di assoluto rilievo, superiore addirittura a quella del vitto.
In questo quadro, il dato umbro si colloca in una dimensione non troppo diversa dal punto di vista quantitativo, con alcune differenziazioni significative, però, relativamente alle singole voci di spesa.
Infatti, la spesa media annua di una famiglia umbra è stata, nel 2005, di 2.403 euro, per cui non si è discostata sostanzialmente dalla media italiana (appena 5 euro in più rispetto ai 2.398 euro del dato nazionale), ma la parte andata allacquisto di generi alimentari è stata inferiore: il 18,5% rispetto al 22,2% nazionale. In sostanza ciò vuol dire che, se per lacquisto di alimenti si sono spesi mediamente in Italia, come abbiamo visto, 456 euro a famiglia, la quota umbra si è ridotta a 445 euro. Il che fa una differenza in meno di 132 euro se la rapportiamo ad un anno.
Questo principalmente perché in Umbria, rispetto al dato nazionale, ha inciso di più sulla spesa delle famiglie, la voce abitazioni: per la precisione il 27,1% contro il 25,8%. Percentuali che, tradotte in moneta, fanno 651,213 euro mensili contro 618,684. In questo caso abbiano perciò una differenza a nostro sfavore di ben 390,348 euro annui. Fatto, questo, al quale, oltre agli effetti distorsivi prodotti dalla speculazione sul mercato degli affitti, non sono neppure estranei i tassi mediamente più alti che gli istituti di credito praticano in Umbria nella concessione dei mutui. Anche da qui, dunque, la necessità e lurgenza di un nuovo piano casa al fine di aumentare in maniera consistente la disponibilità di alloggi di edilizia residenziale pubblica a costi calmierati.
Per il resto, le famiglie umbre spendono qualcosa in più per lacquisto di tabacchi (lo 0,9% contro lo 0,8% nazionale), per le comunicazioni (il 2,2% contro il 2,1%), per i combustibili e lenergia (il 5% contro il 4,9% e soprattutto per il tempo libero e la cultura (il 5% contro il 4,6%) e per gli arredamenti (il 6.9% contro il 6,1%).
Pareggiano per quanto riguarda listruzione (l1% in entrambi i casi) e spendono meno, invece, per abbigliamento e calzature (il 6,1% contro il 6.3%), come pure per altri beni e servizi non meglio specificati (il 10,7% contro l11,1%) ed in misura ancora più consistente su alcuni servizi pubblici essenziali, quali quelli sanitari e spese per la salute in genere (il 3,1% contro il 3,8%) e di trasporto (il 13,5% contro il 14,4%).
Non saranno cifre stratosferiche, ma è certo che la migliore efficienza dei servizi sanitari e di trasporto umbri si traduce in questo caso in un significativo risparmio annuo per le nostre famiglie rispetto a quanto spendono di media quelle italiane: più di 321 euro complessivamente, per lesattezza 199,532 euro nel primo caso e 222,108 nel secondo.
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