LA RIPRESA CE: AUMENTA LOCCUPAZIONE ANCHE NELLE GRANDI IMPRESE E SI FERMA LEMORAGIA DELLE GRANDI INDUSTRIE. IL PAESE SI E RIMESSO IN MOTO, E LORA DI FAR PARTECIPARE AGLI UTILI ANCHE I LAVORATORI, I PENSIONATI, LE FAMIGLIE
La ripresa cè ed è tale che se ne avvertono importanti segnali anche per quanto riguarda lincremento delloccupazione nelle grandi imprese complessivamente intese (industria e servizi) che solitamente tendono a soffrire da questo punto di vista.
Non è un mistero, infatti, che laumento di occupazione che ha interessato anche il nostro Paese, lo si deve principalmente alle medie imprese la cui dimensione si è rivelata sin qui la più idonea a reggere la concorrenza tanto sui mercati esteri che su quello interno. Questa volta lIstat ha invece registrato anche in questo settore un incremento confortante di occupati al mese di marzo, nella misura dello 0,6% rispetto allanalogo mese del 2006, indice calcolato sia al lordo che al netto della cassa integrazione guadagni.
Complessivamente, nei primi tre mesi del 2007, la variazione media delloccupazione nella grandi imprese, rispetto allo stesso periodo del 2006, è aumentata di un +0,6 per cento al lordo della cassa integrazione guadagni e di un +0,7 per cento al netto della cassa integrazione guadagni. E, fatto ancora più straordinario, sempre marzo è da considerarsi mese ugualmente positivo anche limitando la nostra osservazione alle sole grandi imprese industriali che hanno finalmente interrotto quella progressiva caduta di occupazione che le aveva costantemente distinte negli anni più recenti, allorché perdevano mediamente fra i 20 e i 30 mila occupati ogni 12 mesi. Questa volta, invece, lindice di occupazione si è stabilizzato segnando una variazione nulla, sia al lordo che al netto della cassa integrazione guadagni.
Forse è ancora troppo presto per esultare, ma una cosa è certa: se questa tendenza trovasse conferma anche nei mesi successivi, o magari invertisse addirittura il suo corso, potremmo veramente dire che il lungo tunnel della crisi italiana è finito.
A farci ben sperare in questo senso cè anche lincremento, segnalato sempre dallIstat, delle ore effettivamente lavorate da ogni dipendente, sempre nel settore delle grandi imprese, che è stato dello 0,3% in termini destagionalizzati, mentre al netto degli effetti del calendario, questo indice ha presentato una variazione tendenziale pari ad un +0,4% a marzo e a +0,3% mettendo a confronto il primo trimestre del 2007 con quello del 2006. Incremento di occupazione ed aumento delle ore lavorate, due fattori che, se considerati insieme, si spiegano solo con la necessità per queste imprese di rispondere con tempestività ad una accresciuta domanda di beni e di servizi proveniente soprattutto dai mercati internazionali. Dal che si evince che, a neppure un anno dal suo insediamento, il governo dellUnione sarebbe riuscito nella non facile impresa di rimettere in moto un Paese che, unico in Europa, aveva conosciuto la crescita zero. Le previsioni di crescita del pil per lanno corrente, che i più accreditati osservatori nazionali ed internazionali sono unanimi nello stimare attorno al 2%, ci confermano comunque che le misure attuate per produrre quella scossa necessaria a riavviare un meccanismo che pareva essersi inceppato, hanno funzionato anche meglio di quanto era dato prevedere ed in particolare leffetto del taglio del cuneo fiscale, del quale hanno beneficiato principalmente le imprese, si sarebbe dimostrato determinante in questo senso.
Ora, con la ripresa che è stata riavviata, è giunto, a nostro parere, il momento di produrre una seconda scossa, questa volta a vantaggio dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie a più basso reddito, con il duplice obiettivo di rilanciare i consumi degli strati più disagiati della popolazione italiana ed allo stesso tempo offrire alle produzioni nazionali sbocchi più certi anche sul mercato interno.
martedì 5 giugno 2007
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