UMBRIA: REGIONE DOVE GLI STRANIERI SI SONO MEGLIO INSERITI
DAI DATI ISTAT SULLIMMIGRAZIONE LUMBRIA EMERGE COME REGIONE DOVE GLI STRANIERI SI SONO MEGLIO INSERITI: LA PREPONDERANZA DI MINORI, DONNE ED ANZIANI CI DICE CHE DA NOI I RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI SONO STATI PIU FACILI
Con quasi 60.000 cittadini stranieri residenti al 1 gennaio di questanno (59.278 per la precisione), lUmbria figura fra le regioni italiane a maggiore concentrazione di immigrati esteri: il 6,8% sulla popolazione complessiva, dietro di una incollatura appena solo ad alcune grandi regioni del Nord, la Lombardia 7%) e lEmilia Romagna (6,9%), ed a pari merito con il Veneto. Si consideri, per avere unidea al riguardo, che la media nazionale è del 4,5%.
Altra considerazione riguarda la ripartizione di questi neo cittadini per sesso che registra in Umbria una prevalenza abbastanza marcata delle femmine sui maschi: 31.009 contro 28.269. Oltre a ciò va tenuto conto che le classi detà comprese fra i 18 e i 39 anni (29.122), quelle che dovrebbero essere più attive sul fronte del lavoro, rappresentano il 49,13% del totale, al di sotto, quindi, della media nazionale del 50,8%. Di conseguenza sono da noi più incidenti sia la percentuale dei minorenni (13.400) che rappresentano il 22,6% del totale (vale a dire oltre 1 su 5), contro una media nazionale del 22%, che quella degli ultra quarantenni che sono 16.756 pari al 28,27%. Fra questi ultimi, gli anziani con oltre 64 anni detà (1.598), rappresentano poi il 2,7% del totale, contro il 2,1% nazionale.
Da questi dati discende una verità comunque indiscutibile, anche in Umbria il fenomeno dellimmigrazione ha contribuito allo svecchiamento della nostra popolazione (a questo riguardo basti pensare che al loro 2,1% di ultrasessantaquattrenni a livello nazionale si contrappone il 20,6% registrato fra la popolazione autoctona), tantè che lIstat segnala la nostra regione come quella, assieme allEmilia Romagna e alla Lombardia, nella quale la presenza di stranieri minorenni è superiore rispetto alle altre: uno su dieci è straniero.
Ora, se consideriamo questi dati nel loro insieme (preponderanza femminile, più alta incidenza minorili e di anziani), la conclusione non può essere che una: in Umbria il processo di ricongiunzione familiare degli immigrati si è sviluppato in forma più accentuata che altrove.
Un fenomeno, questo, che non è stato certo agevolato da particolari e più favorevoli condizioni economiche ed opportunità di lavoro, che sicuramente sono offerte in misura maggiore nel Nord del Paese, bensì dalla maggiore possibilità che è stata data a questo lavoratori di inserirsi attivamente in un tessuto regionale nel quale sono più fortemente e uniformemente che altrove distribuiti quei presidi sociali ed assistenziali che hanno consentito loro di ricostituirvi integralmente il nucleo familiare originario, composto da genitori, figli e nonni, anche se, certamente, vi sono ancora ostacoli da rimuovere al riguardo.
E, fatto non certo secondario, trattandosi di elaborazioni dellIstat fatte sulla base dei dati che le sono stati forniti dalle anagrafi comunali, si tratta senza alcun dubbio di nuclei familiari legalmente ricostituitisi sulla nostra terra (non quindi clandestini) e che vi vivono ed operano onestamente, alla luce del sole, contribuendo al pari di noi a far progredire la nostra società.
Di questo primato civile dellUmbria non possiamo che dirci orgogliosi.
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