martedì 20 marzo 2007

INIZIATO IL CONFRONTO SINDACATI-GOVERNO SULLE PENSIONI

INIZIATO IL CONFRONTO SINDACATI-GOVERNO SULLE PENSIONI: SI PROFILA L’ACCORDO PER AUMENTARE LE PIU’ BASSE. ANCHE I COMUNI UMBRI FACCIANO LA LORO PARTE

I segretari nazionali di Cigil, Cisl e Uil sono state chiari e fermi: incontrando ieri il governo sulla questione delle pensioni hanno ribadito tutta la loro contrarietà a qualsiasi ipotesi peggiorativa per i lavoratori, ad iniziare dalla pretesa di rivedere al ribasso i coefficienti sulla base dei quali vengono attualmente determinati gli assegni pensionistici. Uguale contrarietà hanno anche espresso in merito all’innalzamento puro e semplice dell’età pensionabile, questione che potrebbe essere se del caso presa in esame in relazione alla proposta di eventuali misure volte ad eliminare il cosiddetto “scalone Maroni”.

Le posizioni tra governo e sindacati si sono invece avvicinate, e non di poco, riguardo alla necessità di aumentare sin da subito le pensioni più basse, anche se a tale riguardo vengono giudicate insufficienti le risorse messe a disposizione, non più di 2-3 miliardi di euro rispetto ai 5 che Cgil, Cisl e Uil ritengono indispensabili se si vuole che questo incremento risulti di una certa consistenza e nel contempo avviare anche una significativa riforma degli ammortizzatori sociali.
L’aumento in questione non dovrebbe essere comunque inferiore ai 100 euro mensili (ma si punta ad ottenere qualcosa di più), così da far lievitare verso i 500 euro gli attuali assegni fermi attorno a quota 400. Ne beneficerebbero circa 1,3-1,5 milioni di pensionati “contributivi”.

Comincia dunque a prendere forma quella manovra di redistribuzione del reddito in favore delle categorie sociali meno abbienti che sta scritta nel programma dell’Unione, del quale Rifondazione Comunista sollecita l’attuazione facendo affidamento sulle maggiori disponibilità finanziarie che sono state già ottenute contrastando con maggiore determinazione il fenomeno dell’evasione fiscale.

Un impegno che non si deve esaurire in questa prima fase di governo, ma che, anzi, dovrà essere ulteriormente intensificato così da poter realizzare più compiutamente l’obiettivo di una reale riduzione della pressione fiscale sulla base del principio “pagare tutti per pagare meno”.

Un impegno che i partiti dell’Unione hanno sottoscritto e che deve valere a tutti i livello di governo, per far sì che i benefici che i cittadini ne trarranno non siano vanificati dall’imposizione di maggiori tributi locali; una necessità che abbiamo ben presente allorché, opponendoci a certe proposte fuori misura che sono state formulate per la formazione dei bilanci preventivi, come nel caso del Comune di Perugia, proponiamo emendamenti volti a contenere l’incremento dell’aliquota Irpef entro la misura dello 0,4% e ad allargare la fascia di esenzione fino ad un reddito annuo non superiore ai 12.500 euro.

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