PIATTAFORMA DI CGIL-CISL-UIL
PIATTAFORMA DI CGIL-CISL-UIL CONTRO IL SOMMERSO. PER RILANCIARE IL PAESE LOTTA ALLEVASIONE E NON TAGLI ALLA SPESA SOCIALE
La piattaforma di Cgil-Cisl-Uil contro il sommerso, recentissimamente presentata, prevede, fra laltro, lavvio del federalismo fiscale, il miglioramento dei controlli da attuarsi attraverso un sistema di banche dati e anagrafe tributaria, un più preciso monitoraggio delle categorie soggette agli studi di settore, la riforma del catasto e la revisione dellattuale sistema sanzionatorio.
La piattaforma di Cgil-Cisl-Uil contro il sommerso, recentissimamente presentata, prevede, fra laltro, lavvio del federalismo fiscale, il miglioramento dei controlli da attuarsi attraverso un sistema di banche dati e anagrafe tributaria, un più preciso monitoraggio delle categorie soggette agli studi di settore, la riforma del catasto e la revisione dellattuale sistema sanzionatorio.
La lotta fino alle più estreme conseguenze allevasione fiscale ed al lavoro nero è resa urgente dalle proporzioni davvero gigantesche che questi fenomeni hanno assunto in un Paese dove si calcolano ormai più di 4 milioni di lavoratori impiegati nelle attività sommerse, per un volume daffari minimo di 170 miliardi di euro allanno, corrispondente ad una percentuale del pil che varia fra 15,9% e il 17,6%.
Da tutto ciò deriverebbe, sempre secondo i calcoli effettuati dai tre sindacati, unevasione fiscale e contributiva pari a circa 72 miliardi di euro come base imponibile Irap, 1,9 miliardi di euro come base imponibile Irpeg e circa 16,5 miliardi di omessi versamenti Inps e Inail. Somme che, se recuperate, non solo permetterebbero ai due enti di sistemare più che bene i loro conti, ma anche di destinare consistenti risorse allo sviluppo, al risanamento delle finanza pubblica e, perché no, anche allalleggerimento del carico fiscale a tutto vantaggio dei contribuenti onesti, secondo il ben noto principio del pagare tutti per pagare meno.
Linvito di Cgil-Cisl-Uil al governo che ci sentiamo di condividere pienamente- è quindi di mettere prontamente in piedi una cabina di regia permanente che non solo definisca le strategie più opportune per centrare questo importantissimo obiettivo, ma anche di accompagnare il tutto con la definizione di nuove norme di congruità per gli appalti, così da restringere al massimo gli spazi nei quali riescono ad infiltrarsi le attività clandestine, compresa una profonda riforma della normativa relativa a questo settore.
In questo stesso senso vanno anche gli emendamenti proposti da Rifondazione Comunista al documento conclusivo del dibattito che si è svolto ieri nel Consiglio regionale sul tema quanto mai attuale degli infortuni sul lavoro. In questo documento, che è stato approvato con i soli voti della maggioranza, è stata non a caso inserita anche la sollecitazione al Governo nazionale affinché ripristini il Fondo nazionale per le commissioni provinciali per lemersione del lavoro nero, avendo individuato questo fenomeno di supersfruttamento della manodopera come causa principale della evasione, oltre che, unitamente ad una precarietà sempre più dilagante, come fattore fortemente scatenante di maggiori rischi sui luoghi di lavoro.
Anche queste considerazioni ci confermano dunque che quella della lotta allevasione fiscale e contributiva è la via maestra che dobbiamo percorrere per risollevare le sorti del nostro Paese e che va privilegiata nel Dpef che a settembre dovrà essere sottoposto allapprovazione del Parlamento. Assai più di quella dei tagli alla spesa sociale che potrebbe rivelarsi unarma spuntata perché verrebbe pagata, in termini di riduzione di posti di lavoro e più cari servizi (ticket), soprattutto dalle categorie sociali meno abbienti. In tal caso, non solo i risparmi ottenuti verrebbero vanificati dalle maggiori spese che lo Stato dovrebbe sostenere in termini di assistenza, ma, per effetto di un accresciuto impoverimento del Paese, si determinerebbe anche una drastica riduzione della domanda interna, il che metterebbe in ancora maggiori difficoltà le nostre imprese.
Da tutto ciò deriverebbe, sempre secondo i calcoli effettuati dai tre sindacati, unevasione fiscale e contributiva pari a circa 72 miliardi di euro come base imponibile Irap, 1,9 miliardi di euro come base imponibile Irpeg e circa 16,5 miliardi di omessi versamenti Inps e Inail. Somme che, se recuperate, non solo permetterebbero ai due enti di sistemare più che bene i loro conti, ma anche di destinare consistenti risorse allo sviluppo, al risanamento delle finanza pubblica e, perché no, anche allalleggerimento del carico fiscale a tutto vantaggio dei contribuenti onesti, secondo il ben noto principio del pagare tutti per pagare meno.
Linvito di Cgil-Cisl-Uil al governo che ci sentiamo di condividere pienamente- è quindi di mettere prontamente in piedi una cabina di regia permanente che non solo definisca le strategie più opportune per centrare questo importantissimo obiettivo, ma anche di accompagnare il tutto con la definizione di nuove norme di congruità per gli appalti, così da restringere al massimo gli spazi nei quali riescono ad infiltrarsi le attività clandestine, compresa una profonda riforma della normativa relativa a questo settore.
In questo stesso senso vanno anche gli emendamenti proposti da Rifondazione Comunista al documento conclusivo del dibattito che si è svolto ieri nel Consiglio regionale sul tema quanto mai attuale degli infortuni sul lavoro. In questo documento, che è stato approvato con i soli voti della maggioranza, è stata non a caso inserita anche la sollecitazione al Governo nazionale affinché ripristini il Fondo nazionale per le commissioni provinciali per lemersione del lavoro nero, avendo individuato questo fenomeno di supersfruttamento della manodopera come causa principale della evasione, oltre che, unitamente ad una precarietà sempre più dilagante, come fattore fortemente scatenante di maggiori rischi sui luoghi di lavoro.
Anche queste considerazioni ci confermano dunque che quella della lotta allevasione fiscale e contributiva è la via maestra che dobbiamo percorrere per risollevare le sorti del nostro Paese e che va privilegiata nel Dpef che a settembre dovrà essere sottoposto allapprovazione del Parlamento. Assai più di quella dei tagli alla spesa sociale che potrebbe rivelarsi unarma spuntata perché verrebbe pagata, in termini di riduzione di posti di lavoro e più cari servizi (ticket), soprattutto dalle categorie sociali meno abbienti. In tal caso, non solo i risparmi ottenuti verrebbero vanificati dalle maggiori spese che lo Stato dovrebbe sostenere in termini di assistenza, ma, per effetto di un accresciuto impoverimento del Paese, si determinerebbe anche una drastica riduzione della domanda interna, il che metterebbe in ancora maggiori difficoltà le nostre imprese.
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