martedì 4 aprile 2006

L’AMARO RISVEGLIO DAL SOGNO BERLUSCONIANO: L’OCSE CI AVVERTE CHE IL POTERE D’ACQUISTO DEI SALARI ITALIANI E’ PRECIPITATO

Malgrado Berlusconi si affanni a negarlo, gli italiani, e perfino i “complici” che lo hanno sostenuto nell’opera di massacro sociale ed economico compiuta ai danni del paese, sanno bene che al termine dei cinque anni di governo delle destre si ritrovano molto più poveri di prima. Lui lo nega, naturalmente, perché altrimenti dovrebbe ammettere di non essere riuscito a compiere il miracolo che aveva promesso di farci diventare tutti più ricchi, con ciò ammettendo anche di non essere onnipotente come vorrebbe farci credere.

Sono più poveri, in particolare, i lavoratori e i pensionati, tanto che ancora oggi il quotidiano di Confindustria, il Sole 24 ore, annota sconsolato come anche nel 2005 i consumi delle famiglie siano rimasti al palo, e se la gente non consuma le industrie italiane, che già subiscono la fortissima concorrenza internazionale, non sanno a chi vendere quello che producono.
Da qui l’urgente conversione di rotta indicata da Romano Prodi, che non vuol dire certo introdurre nuovi balzelli, piuttosto creare le condizioni per rimettere in moto un meccanismo di sviluppo che si è da tempo inceppato, reperendo risorse a sostegno del nostro sistema produttivo e ridistribuendo la rendita togliendola almeno in parte agli speculatori ed ai possessori di grandi patrimoni, per passarla nelle tasche dei ceti meno abbienti. Ed è proprio questo che spaventa il nostro premier che fra amnistie e condoni vari si è infine ritrovato con una ricchezza personale più che triplicata.
E la fotografia esatta di come sono andate per davvero le cose in Italia ce l’ha fornita proprio ieri l’Ocse, che ha calcolato il peso reale delle buste paga nei 30 paesi più industrializzati, piazzando l’Italia al ventitreesimo posto, quindi un bel po’ giù in classifica.
Si deve a ciò il fatto che, a parità di potere d’acquisto, ovvero al netto dell’inflazione, un lavoratore italiano, single e senza figli, con i 16.242 euro annui che si ritrova in busta paga, si colloca un bel po’ al di sotto della stessa media Ocse che è di 18.549 euro.
E peggio ancora va se facciamo il paragone con il potere d’acquisto reale dei lavoratori dei paesi che ci precedono, in primis i coreani e gli inglesi che in tasca si ritrovano più di 28 mila euro, ma anche, solo per restare nella Ue, i lussemburghesi (24.897 euro), gli olandesi (23.298 euro) i norvegesi (22.579 euro), i tedeschi (21.235 euro), gli irlandesi (21.111 euro), gli austriaci (20.713 euro), i finlandesi (19.890 euro), i francesi (19.731 euro), i belgi (19.729 euro), i danesi (18.735 euro) e perfino gli spagnoli (16.720 euro).
A sentire il ministro Tremonti, dovremmo essere invece più che lieti per il fatto che, grazie alla sua finanza creativa, l’Italia se la sarebbe cavata assai meglio della Germania e della Francia. Ma così non è, visto che secondo l’Ocse, che un covo di comunisti proprio non è, un lavoratore tedesco guadagna mediamente il 23,5% in più di quello italiano ed uno francese il 17,6% in più.
Dobbiamo forse consolarci con il fatto che ancora sette paesi industrializzati ci stanno dietro?, Nell’ordine il Portogallo, la Turchia, la Repubblica Ceca, la Polonia, il Messico, la Slovacchia e l’Ungheria. Non ci pare proprio il caso e poi, se Berlusconi insiste nel voler fare i miracoli e se gli italiani glielo permetteranno, per quanto tempo ancora ce li troveremo alle spalle?

Seja o primeiro a comentar

Posta un commento

Lettori fissi

Stefano Vinti © 2008. Template by Dicas Blogger.

TOP