venerdì 12 gennaio 2007

GESTIONE PUBBLICA DELLE ACQUE


AMBIENTE: “RILANCIARE LA CULTURA DEL BENE COMUNE DI CUI L’ACQUA È IL SIMBOLO PRINCIPALE”

Una priorità da affrontare nell’interesse generale”. Così il consigliere regionale Stefano Vinti (Prc), il responsabile provinciale ambiente dello stesso partito Andrea Caprini e i rappresentanti della “Sinistra Ds per il socialismo” Franco Calistri e Franco Granocchia, hanno definito la campagna in sostengo alla proposta di legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica delle acque e la ripubblicizzazione del servizio idrico.

Il consigliere Vinti ha evidenziato che “alla campagna partecipano una pluralità di soggetti di differente orientamento, da Legambiente all’Arci, dalle Acli a Pax Cristi, dal Wwf a Manitese. Tutti intendono contrapporsi alla privatizzazione di un bene essenziale e necessario alla sopravvivenza stessa dell’uomo”.

Il comitato promotore ha previsto, anche in Umbria, una serie di iniziative informative sull’importanza della gestione pubblica dell’acqua e una raccolta di firme che, secondo Stefano Vinti, porterà alla raccolta di oltre 10 mila firme (delle 50 mila necessarie a livello nazionale) nella sola Umbria.

Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista ha anche annunciato che il suo gruppo ha presentato una mozione affinché la Giunta aderisca al Manifesto dell’Acqua, garantisca il carattere pubblico della proprietà e della gestione dell’acqua e assicuri a tutta la comunità regionale il diritto all’accesso all’acqua potabile.

Mentre Andrea Caprini ha sottolineato che la proposta di legge è “articolata, puntuale e con effetti reali sul diritto all’accesso a questo bene e sulla partecipazione delle comunità alle scelte di gestione ed utilizzo”, i rappresentanti della Sinistra Ds, Calistri e Granocchia, hanno delineato le proporzioni del problema acqua: “nel mondo oltre un miliardo e mezzo di persone non fruiscono di questo diritto; i conflitti e le tensioni internazionali, ad esempio in Medio Oriente, scoppiano ormai intorno all’acqua invece che attorno al petrolio; gli sprechi legati al degrado degli acquedotti e a sistemi di irrigazioni irrazionali portano a disperdere enormi percentuali di acqua potabile; l’Onu ha evidenziato il rischio che Italia, Grecia e Spagna corrono subire la desertificazione e di non avere risorse potabili in quantità sufficiente; soltanto il 2,5% dell’acqua presente sulla terra può essere destinato al consumo umano”.

Il testo completo della proposta di legge, le adesioni e i documenti correlati sono stati pubblicati su www.acquabenecomune.org.

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