CANTIERI EDILI: SU QUASI 10 MILA IMPRESE ISPEZIONATE OLTRE LA META SONO RISULTATE IRREGOLARI. ANCHE LULTIMA TRAGEDIA DI RIVOTORTO DASSISI CI INVITA A STRONCARE CON OGNI MEZZO IL LAVORO NERO
Dacché con il governo di centro-sinistra è ripresa con rinnovata lena lattività ispettiva nei cantieri edili, in poco più di tre mesi, dal 12 agosto al 30 novembre di questanno, sono stati fatti 6.989 controlli che hanno coinvolto 9.703 aziende che vi operavano.
Il risultato di questa attività è a dir poco sconvolgente: oltre la metà di queste imprese, per lesattezza 5.443 pari al 55% del totale, sono risultate irregolari.
Questi dati forniti dal Ministero del Lavoro ci danno la misura di un fenomeno che ha raggiunto in Italia dimensioni impressionanti, ciò anche grazie allimpronta fortemente neoliberista in economia impressa dal governo Berlusconi che ha convinto molti imprenditori italiani a ritenere moralmente accettabile lavvio di attività al di fuori di ogni regola.
Di conseguenza è stata disposta la chiusura temporanea di 425 cantieri, la gran parte dei quali per la presenza in essi di lavoratori non risultanti dalle scritture contabili. Ovvero lavoratori impiegati al di fuori del contratto nazionale di lavoro, a condizioni facilmente immaginabili quanto a congruità delle retribuzioni ed al godimento dei diritti, anche minimi, di riposo, oltre che assistenziali e previdenziali.
Ma ciò che più ci impressiona è che la minaccia di una intensificazione dei controlli pare non abbia intimorito più di tanto questi imprenditori senza scrupoli, vista lescalation nel tempo delle irregolarità rilevate: dai 28 provvedimenti di chiusura che erano stati adottati al 20 settembre, si è infatti passati ad un totale di 228 al 31 ottobre, fino a giungere ai 423 complessivamente disposti alla data del 30 novembre scorso. Ciò vuol dire che solo nellultimo mese vi è stato un incremento dell86% rispetto al periodo precedente.
Altra cifra sulla quale riflettere è quella che attiene al numero dei lavoratori irregolari rilevati rispetto al totale degli occupati: 1.318 su un totale di 4.864 (il 27%), 326 dei quali clandestini.
Va detto anche, per completezza di informazione, che in 149 casi si è avuta poi la revoca del provvedimento di sospensione dei lavori per avvenuta regolarizzazione, ma resta comunque il fatto che sul complesso delle 9.703 aziende ispezionate sono state irrogate sanzioni di varia natura per un totale di 11.562.900 euro. A ciò si aggiunga che per la regolarizzazione dei lavoratori in nero, che si è realizzata anche attraverso lottemperanza agli obblighi di natura prevenzionistica, sono stati adottati altri 520 provvedimenti sanzionatori per omessa sorveglianza sanitaria e per omessa formazione e informazione, per un importo totale di quasi 500.000 euro.
Infine, quanto alle posizioni Inps dei lavoratori impegnati in questi cantieri, dai 33.465 lavoratori regolari del 2005 si è passati ai 69.266 dellanno in corso, con un aumento del 106,9%: un dato che ci dice non solo che ledilizia in Italia tira, ma anche che è affiorato un consistente tasso di irregolarità per cui ben 36.000 lavoratori che prima risultavano sconosciuti negli elenchi dellInail sono passati dal nero al chiaro, con un maggiore incasso per lInps del 105,2%.
Cè, dunque, di che plaudire per questa meritoria attività avviata dal Ministero del Lavoro, al quale chiediamo però di allargare la sua azione ispettiva anche ad altri settori importanti della nostra economia dove, come ben sappiamo in Umbria, il lavoro in nero è ugualmente presente. Una esigenza confermata drammaticamente anche nei giorni scorsi, con la scena impressionante della lavoratrice clandestina rumena che vagava insanguinata e disperata in cerca di aiuto lungo le vie di Rivotorto dAssisi, dopo che un telaio, ugualmente clandestino, al quale aveva legato per pochi euro al dì la sua giovane esistenza, gli aveva strappato una larga fascia di cuoio capelluto.
Per scoraggiare imprenditori di tale fatta è dunque necessario promuovere ogni possibile azione di prevenzione, ma anche che vengano pesantemente colpiti i forti interessi che si muovono alle loro spalle: in particolare occorre indagare per quali vie si procurano i macchinari necessari per intraprendere le loro criminali attività, oltre che per scoprire su quali canali possono contare per commercializzare le loro produzioni clandestine, chi fornisce loro i capitali necessari per avviare il ciclo produttivo e in che maniera e dove si procurano la manodopera loro necessaria.
lunedì 18 dicembre 2006
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