mercoledì 22 giugno 2011

Assessore Vinti: Patente ai migranti. Giusto e opportuno usare la lingua d’origine.

L’esame per la patente di guida risulta sempre più difficile per i cittadini immigrati, in particolare per le donne. Da gennaio sono aumentate le bocciature.


Qual è il problema? Non pare che il problema sia legato all’effettiva guida dell’automobile, l’ostacolo, spesso insormontabile, è costituito dai quiz.

Al contrario di quasi tutti i paesi d’Europa, in Italia, infatti, da gennaio 2011 è possibile rispondere ai quiz soltanto in Italiano e non anche nelle 7 lingue più parlate dalla popolazione immigrata. La traduzione dei test è una prassi comunemente usata negli altri paesi e che ha la finalità di agevolare, in un’ottica di pari opportunità e non discriminazione, l’accesso alla patente di guida degli immigrati che non dispongono di un’ottima conoscenza della lingua italiana.

Ancora una volta sembra che non si sia persa l’occasione per punire gli stranieri di un disagio che esprimono. Non parlare perfettamente la lingua del paese in cui vivono è un problema per loro, in quanto ostacola tutta una serie di opportunità di integrazione. Alla lista potremmo aggiungere anche il mancato conseguimento della patente di guida.

Il rischio concreto è che per necessità si usi ugualmente l’auto ma senza permesso.

Non sarebbe più opportuno, più semplice e meno pericoloso per tutti, mettere gli immigrati in condizione di accedere alla patente?

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