La Federazione della Sinistra è un progetto necessario per prospettare una uscita dalla grave crisi politica ed economica che colpisce il Paese. Anche in Umbria sarà presto realtà
Nell’articolo “Inciampa la federazione di sinistra” di mercoledì 25 agosto la notista politica Lucia Baroncini pone alcuni interrogativi sul percorso di costruzione della Federazione della Sinistra, la nuova soggettività politica promossa a livello nazionale da Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Socialismo 2000 e dall’associazione “lavoro e solidarietà”. Non mi nascondo che molte problematiche poste dall’articolo sono reali e all’ordine del giorno alla ripresa dell’attività politica, e sono senza dubbio dovute al periodo post elezioni regionali e alla definizione del nuovo assetto politico e di governo dell’Umbria.
Ma dobbiamo anche ricordare che la Federazione della Sinistra in Umbria è una realtà importante, che si è cimentata con successo nelle tornate elettorali (con la lista comunista e anticapitalista alle europee, ma anche con liste unitarie alle provinciali a Terni e in molti comuni umbri nel 2009), ottenendo alle regionali il 7% e qualificandosi in Consiglio regionale come la seconda forza del centrosinistra con 3 consiglieri eletti.
Dal punto di vista dell’elaborazione programmatica, poi, in Umbria non partiamo affatto da zero. Soltanto alcuni mesi fa, nel dicembre 2009, Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Socialismo 2000 hanno elaborato un documento programmatico comune per affrontare gli effetti negativi della crisi in Umbria e le insidie relative all’attuazione del federalismo egoista perseguito dalla Lega Nord. Quel documento condiviso rappresenta ancora oggi una valida proposta programmatica, che nella nostra regione può essere un grande strumento di mobilitazione sociale nelle realtà colpite dalla crisi e dalla perdita di posti di lavoro, ma anche il momento di confronto essenziale per far ripartire il dialogo tra i soggetti della Federazione e allargarlo alle altre forze della sinistra politica e sociale interessate alla rinascita di una sinistra del cambiamento capace di incidere con forza nel panorama politico e sociale, come Sinistra e libertà, Sinistra critica, il Pcl, il Movimento Perugia civica, e le tante realtà associative o comitati attivi nei territori.
Il portavoce regionale di Socialismo 2000, inoltre, alcune settimane fa ha avanzato la proposta di ripartire con il confronto tra le forze della federazione in Umbria proprio su alcuni temi cruciali, quello del lavoro e quello del referendum per l’acqua pubblica, elaborando un vero e proprio Piano regionale per il lavoro. Condivido pienamente la proposta di Franco Calistri, il Piano regionale per il lavoro era l’asse portante delle proposte programmatiche che come Federazione abbiamo presentato al Pd per sottoscrivere l’accordo alle regionali. Quelle proposte di valorizzazione del lavoro sul territorio regionale con, tra l’altro, una riforma del sistema di ammortizzatori sociali e provvedimenti per il sostegno a riduzioni contrattate di orario di lavoro vanno assolutamente rilanciate, così come dobbiamo riattualizzare la proposta di legge per introdurre il reddito sociale in Umbria.
Al segretario regionale del Pdci Mascio dico di porre fine ad una stagione di polemiche che guardano alla definizione degli assetti di governo post elezioni regionali, che tra l’altro poggiano la loro base su alcune tesi unilaterali quantomeno fantasiose, e di concentrarsi sugli elementi programmatici che prima richiamavo e sul costruire la Federazione della Sinistra in Umbria come progetto davvero aperto alla società, incentrato sulla sperimentazione e l’innovazione della partecipazione e delle pratiche politiche. Tenendo presente che quello della federazione è un progetto nazionale e che pone in questa fase la priorità di cacciare il governo Berlusconi, proponendo a tutte le forze di opposizione un accordo elettorale e non di governo in base al quale costruire una alleanza democratica, che difenda l’impianto costituzionale e definisca una legge elettorale che superi il bipolarismo forzato, che, come testimoniano gli eventi di questo agosto, ha miseramente fallito.
Ma cacciare Berlusconi non è sufficiente, occorre sconfiggere il berlusconismo e il darwinismo sociale di stampo leghista. Un obiettivo che si raggiunge solo ricostruendo una vera opposizione e una forza politica di Sinistra. Entro fine anno terremo il congresso costitutivo della nostra nuova casa, punto di partenza per una inversione di tendenza necessaria alla deleteria tendenza alle divisioni che ha caratterizzato la sinistra nell’ultimo ventennio in Italia. Ma, e in questo sono profondamente d’accordo con Mascio, occorre fare di più e aprire una stagione di dialogo più ampia che sappia parlare il linguaggio dell’unità di tutte le forze della sinistra di alternativa e antiliberista (Sinistra critica, SeL, Sinistra democratica, Ars, rete dei comunisti, Pcl, ecc), a partire davvero dalle mobilitazioni per la salvaguardia dei beni comuni e dalla difesa dei diritti del mondo del lavoro.
Stefano Vinti, segretario regionale Prc-Umbria
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