Dopo tragico incidente è necessario non abbassare la guardia sulla sicurezza dei cantieri. L’Umbria ha fatto molto per la prevenzione degli infortuni, ma la situazione sarà difficile perché il governo cancella fondamentali strumenti di controllo
Il tragico incidente mortale avvenuto ieri a Corciano, che ha coinvolto un giovane operaio rumeno, ci dice che non possiamo abbassare la guardia sulla sicurezza nei cantieri. Alla famiglia della vittima va tutto il nostro cordoglio, insieme alla denuncia forte che di lavoro non si deve più morire. Ora gli inquirenti ricostruiranno la dinamica dell’incidente e accerteranno eventuali responsabilità, certo rimane sempre il rammarico per il dubbio che si potesse fare di più in materia di prevenzione da parte di tutti gli operatori coinvolti nel sistema sicurezza.
Il rapporto Inail sugli incidenti sul lavoro relativo al 2009, reso noto pochi giorni fa, disegnava un quadro positivo per l’andamento degli infortuni nella nostra regione, con un calo del 10,6% rispetto al 2008 (15.285 infortuni rilevati nel 2009 contro i 17.101 del 2008), un trend che andava a rafforzare la tendenza già registrata nel 2008 rispetto al 2007 (-7%). Residuava una forte criticità per gli incidenti mortali, in aumento da 16 a 17, e l’incidente di ieri purtroppo conferma le difficoltà.
Per questo l’impegno delle istituzioni umbre nel contrastare il fenomeno infortunistico proseguirà con notevole sforzo, continuando ad adottare le misure di cui ci siamo dotati e che rappresentano una novità assoluta nel panorama italiano.
La normativa umbra infatti già dal 2004 introduce per le imprese che eseguono lavori privati l’obbligo di presentare un Documento Unico di regolarità Contributiva (DURC), accompagnato da un documento rilasciato da cassa Edile che attesti la congruità quindi la corrispondenza tra la forza lavoro per cui l’impresa paga i contributi e la forza lavoro necessaria per eseguire i lavori effettuati. La mancata presentazione di tali documenti al Comune comporta per il privato la sospensione dei titoli abilitativi e per l’impresa che non si adegui entro i termini previsti l’iscrizione nell’elenco delle imprese inadempienti e il conseguente divieto di espletare la propria attività edilizia.
Questo tipo di obbligo era già stato introdotto per i lavori pubblici e privati che usufruivano dei contributi della Ricostruzione conseguente al sisma del 1997, e nel gennaio 2010 è stata esteso con la L.R. n.3/10 alle Opere Pubbliche eseguite sul territorio regionale introducendo l’obbligo di presentare la congruità insieme al DURC in occasione del pagamento di ogni SAL (stato avanzamento lavori) e dello SF (stato finale).
Questo tipo di normativa, che è considerata da alcuni come un ulteriore inutile orpello alla libertà personale di intervenire sulla proprietà, in realtà è l’espressione più avanzata del riconoscimento che la tutela dell’incolumità e della vita di chi lavora costituisce a conti fatti un risparmio per la collettività. Il committente infatti che, realizzando un’opera edile, soddisfa una propria necessità, fa un investimento, crea lavoro, contribuisce quindi al benessere della collettività dovrà tener conto non solo del costo economico e del costo ambientale dell’opera, ma anche del costo in termini di tutela della salute e sicurezza di chi la realizza.
Questo tipo di normativa si oppone a quella che è la cultura imperante che non riuscendo ad attuare una reale semplificazione per il cittadino dei processi di modificazione del territorio la sostituisce con una deregulation, che ha come effetto ultimo l’impoverimento dell’intera collettività non riuscendo a guarire i veri mali dell’edilizia quali il processo di decentramento e frammentazione della grande impresa, la presenza di manodopera occasionale non qualificata di provenienza extracomunitaria, l’invecchiamento della forza lavoro, la marcata individualizzazione dei rapporti di lavoro.
E’ proprio sulla necessità di diffondere un nuovo tipo di cultura che la regione Umbria ha lavorato e si è espressa con l'iniziativa denominata “Costruisci con la testa”, con cui si è voluto promuovere, la cultura della prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei cantieri edili privati.
L'intento è sensibilizzare ed informare i committenti privati perché conoscano e rispettino le norme in vigore attinenti la sicurezza nei cantieri e di regolarità contributiva (DURC), che tra l’altro è sotto attacco da parte del governo Berlusconi, visto che la manovra finanziaria prevede l’eliminazione dell’obbligo della presentazione del DURC ai Comuni con la sostituzione della Dichiarazione di inizio attività (Dia) con il nuovo istituto della segnalazione certificata di inizio attività (Scia), una strada, questa sì, per aggirare i controlli messi in atto dalla pubblica amministrazione.
In Umbria comunque, intendiamo continuare a perseguire l'obiettivo di salvaguardare la vita e la salute dei lavoratori promuovendo presso i cittadini la scelta di un percorso di correttezza e responsabilità: il rispetto delle regole.
L'azione attraverso la quale la Regione Umbria mira ad assolvere le sue competenze, ponendosi in prima linea in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, si sostanzia quindi nella spiegazione delle regole, nell’indicare quali sono i luoghi di riferimento per risolvere eventuali dubbi interpretativi e nell'invito a riflettere. Consapevoli che non ci può essere semplificazione e sburocratizzazione a scapito della sicurezza e della qualità del lavoro, soprattutto in una materia delicata come quella dell’edilizia, che ha a che fare con l’assetto del territorio, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela della salute, dell’incolumità e della sicurezza dei cittadini.
Stefano Vinti, Assessore regionale ai lavori pubblici, alle politiche della casa, alla sicurezza nei cantieri
Posta un commento