Sostegno di Rifondazione allo sciopero generale della Cgil del 12 marzo. In piazza per i diritti del lavoro, l’art. 18 e il reddito sociale
Rifondazione comunista dell’Umbria condivide la piattaforma dello sciopero generale indetto dalla Cgil per venerdì 12 marzo e invita i propri iscritti e militanti a scendere in piazza insieme ai lavoratori e partecipare ai presidi convocati dal sindacato davanti alla prefettura di Perugia e di Terni.
Il sostegno del Prc e di tutta la Federazione della Sinistra alla mobilitazione dei lavoratori è pieno: i temi dello sciopero – fermare i licenziamenti, ridurre il carico fiscale per il lavoro, impedire la chiusura delle aziende – riguardano questioni cruciali per la condizione dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, dei migranti, dei ceti sociali più deboli del nostro Paese.
Rifondazione dell’Umbria parteciperà alla lotta perché ritiene necessario che il governo Berlusconi debba fare di più per affrontare i negativi effetti che la crisi sta portando al tessuto economico nazionale e al mercato del lavoro. Se è giusto prorogare la cassa integrazione come ha fatto ieri il governo, non è sufficiente, bisogna estenderla ai precari. Così come occorre diminuire le tasse che pagano i lavoratori dipendenti.
Ma altri due temi devono diventare centrali tra gli obiettivi dello sciopero e della mobilitazione: la difesa dell’art.18 e l’istituzione del reddito sociale. L’arbitrato secondo equità approvato dal parlamento italiano, senza alcuna seria opposizione da parte del Pd e dell’Italia dei valori, è lo strumento individuato dal governo e dal padronato per introdurre la libertà di licenziamento e aggirare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Questo provvedimento rappresenta un ricatto e un indebolimento delle garanzie dei lavoratori, perché pur di lavorare qualsiasi persona in cerca di occupazione o precaria accetterà la soluzione arbitrale proposta dal datore di lavoro, rispetto alla possibilità di rivolgersi al giudice, come prevede l’articolo 18, con tutto quello che ne conseguirà di vantaggio per il più forte (l’azienda) e di svantaggio per il più debole (il lavoratore). Per questo occorre contrastare l’arbitrato secondo equità, e la Federazione della Sinistra è pronta a lanciare una campagna referendaria per cancellare questo attacco ai diritti del lavoro.
Inoltre, visto che i dati dell’Istat ci consegnano la fotografia di un Paese in cui la disoccupazione aumenta nel gennaio 2010 dell’1,3% rispetto allo stesso mese del 2009 – e quella giovanile si attesta ad un preoccupante 26,8% - e quelli di una ricerca dell’Ires-Cgil ci dicono che un quarto delle buste paga dei lavoratori italiani è al di sotto dei mille euro netti al mese, mentre il 52% percepisce un salario tra 1000 e 1500 euro al mese, è necessario adoperarsi perché in Umbria si crei un forte movimento di opinione e di lotta per l’istituzione del reddito sociale, così come richiesto dal Prc con una proposta di legge depositata in Consiglio regionale.
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