Risponderò all’invito di giovedì 4 marzo del comitato dei lavoratori della Merloni
Appare evidente che c’è proprio qualcosa che non va nell’accordo di programma che deciderà il futuro produttivo della Antonio Merloni.
Primo: è assolutamente indispensabile che sia mantenuto il polo industriale di Colle.
Secondo: il governo aveva indicato in 50 milioni di euro la somma stanziata per l’accordo di programma, giudicata già assai lontana dalle necessità del gruppo Merloni e da quanto occorre per rilanciare i processi di reindustrializzazione della dorsale appenninica umbro-marchigiana.
Terzo: saremmo tutti curiosi di sapere come trascorrono le giornate i parlamentari umbri del Pd e della Pdl, incapaci di svolgere un ruolo significativo bella vertenza.
Quarto: giudichiamo assolutamente inadeguato il ruolo svolto dall’assessorato alle attività produttive della Regione dell’Umbria, come facilmente si evince dalle rassicurazioni strappate dalla Giunta regionale delle Marche a favore dei siti produttivi che insistono nel territorio marchigiano.
Quinto: la volontà di non far diventare la vertenza Merloni una vertenza nazionale, principalmente per responsabilità del governo, ma non solo, produce una diversificazione degli interventi sul territorio a favore delle Marche e a sfavore dell’Umbria.
Sesto: è necessario istituire una “zona franca” nella dorsale appenninica, per favorire l’attrazione di molte imprese e processi di reindustrializzazione.
Settimo: è urgente indire lo sciopero generale regionale a sostegno della vertenza. Basta indugi e trattative a perdere, è l’ora della mobilitazione in difesa delle produzioni e dei livelli occupazionali dell’Umbria e delle Marche.
Per questi motivi parteciperò all’assemblea pubblica, convocata dal comitato dei lavoratori A. Merloni Colle di Nocera umbra per il giorno 4 marzo alle ore 20:30, presso una sala adiacente alla mensa dello stabilimento di Colle, alla quale interverrà anche il Vescovo Monsignor Domenico Sorrentino.
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