Brunetta, ovvero come rendere appaltabile anche il posto pubblico
Bisogna riconoscere che la fantasia del Ministro Brunetta è pari solo all’euforia di privatizzazione ed all’istinto di vessazione verso il dipendente pubblico del Governo cui appartiene.
Va dato atto in particolare a Brunetta di saper coniugare la foga sul mito dei fannulloni con una capacità di mascherare dietro le apparenze della crociata moralizzatrice ed efficientista concreti vantaggi per il profitto di imprese private. L’ultima trovata del Ministro tascabile è l’ennesima S.P.A. questa volta finalizzata a consentire alle Amministrazioni Pubbliche di appaltare i concorsi “chiavi in mano”: dalla indizione alla assunzione.
Dalla mitomania si passa al coraggio con alto sprezzo del pericolo quando Brunetta esplicita l’intento di fermare in questo modo il malcostume delle raccomandazioni. In realtà, l’obolo certamente remunerativo con cui si pagherà l’appalto di tale servizio ha tutto il sapore del corrispettivo dell’esclusione della burocrazia, dirigenti e funzionari pubblici, dal reclutamento. In altre parole: la rivoluzione di Brunetta consiste nel passaggio dalla corruzione di chi pagava per essere assunto nella Prima Repubblica a chi pagherà per fare assumere amici ed elettori senza l’ostacolo delle commissioni di concorso, da cui i politici erano stati esclusi da tempo.
Questo è il Governo delle libertà, questo è il partito della libertà: libertà di mercificare anche l’accesso alla Pubblica Amministrazione.
Anche volendo tralasciare la sicura illegittimità costituzionale dell’iniziativa, mi domando: il Governo si riempie la bocca per assicurare al Paese una Pubblica Amministrazione efficiente e meritocratica, il Ministro Brunetta impone di valutare il merito dei dipendenti pubblici e di legare a questo giudizio una parte cospicua di reddito, ma che merito potranno garantire dipendenti assunti con la logica del baratto, del profitto e del favoritismo?
Farò di tutto in Consiglio regionale con il vostro sostegno per promuovere una legge che eviti il ricorso alla S.P.A. di Brunetta per le assunzioni in Regione Umbria.



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