Condivisibili le linee del Piano dei rifiuti, no all’inceneritore. Ci sono altre strade per chiudere il ciclo
Rifondazione comunista dell’Umbria ritiene condivisibile nell’impostazione generale il Piano regionale sui rifiuti, approvato dal Consiglio regionale lo scorso 5 maggio, perché è il risultato di una lunga fase di partecipazione, discussione e confronto.
Durante il processo partecipativo Rifondazione ha contribuito in modo fattivo e propositivo cercando di inserire ed evidenziare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, argomenti peraltro presenti nel progetto del parco della valorizzazione dei materiali, da noi sottoposto all’attenzione del mondo politico e ambientale umbro, alcuni mesi fa.
Riteniamo positivo l’obiettivo della riduzione dei rifiuti già dall’origine, il primo fondamentale passo per un percorso virtuoso, e per il quale la Regione si sta già attivando, anche se lo spazio di azione è molto limitato e ristretto, date le competenze. Oltre che ridurre il rifiuto all’origine, sarebbe opportuno dare maggiore attenzione alla natura del rifiuto, e quindi cercare di sostenere fin dalle fasi del confezionamento l’uso di materiali riciclabili.
In quest’ottica una delle proposte avanzate da Rifondazione prevede l’uso della canapa per gli imballaggi in modo da dar respiro all’affannosa situazione della coltivazione del tabacco, con i grandi problemi che attraversa e che ben conosciamo.
Condivisione si può esprimere anche per quanto riguarda l’impegno ad attuare una raccolta differenziata “porta a porta” che possa garantire il rispetto delle percentuali previste dalla vigente legislazione. In questo caso le proposte di Rifondazione hanno cercato e stanno ancora lavorando in modo costruttivo e fattivo affinché tali obiettivi siano agevolmente raggiungibili, adottando sistemi tecnologicamente innovativi che possano introdurre, nello stesso tempo, un’attenta raccolta differenziata e un aspetto premiale che punti a gratificare l’utente virtuoso con una tariffazione puntuale ed equa.
Si sottolinea che gli obiettivi proposti devono essere necessariamente un primo per quanto ambizioso traguardo per arrivare a quote maggiori di differenziazione così da mettere in atto un reale e concreto piano di raccolta che porti l’Umbria all’avanguardia nel settore.
Rifondazione, inoltre, propone un metodo assolutamente innovativo per quanto riguarda la gestione della parte riciclabile: prevede l’istituzione di parchi della rivalorizzazione dei rifiuti, aree pulite dove il materiale differenziato dovrà essere lavorato e trasformato in nuova materia prima da ricollocare sul mercato, aree pulite ecologicamente avanzate ed energeticamente autosufficienti. Questi aspetti sono stati lungamente discussi e considerati durante il processo di partecipazione proposto dall’Assessore Bottini e le nostre proposte hanno trovato in gran parte ascolto e attuazione.
Si pone il problema centrale dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista politico, della “chiusura del ciclo”, che, una volta attuata la raccolta differenziata, riguarda una piccola frazione dei rifiuti solidi urbani, ma nel sistema dell’autonomia regionale pone problematiche differenti e più complesse. Infatti, va considerato lo smaltimento di tutta la parte di rifiuti speciali, di rifiuti tossici, di rifiuti nocivi, di rifiuti pericolosi che raggiungono anche nella nostra regione quantitativi considerevoli.
In questa parte del Piano dei rifiuti è stata ampiamente soddisfatta, almeno a parole, la nostra richiesta di prevedere una separazione tra chi gestisce la raccolta differenziata e chi la parte indifferenziata indicata a smaltirla, che come accennato non riguarda solo gli RSU. Si rende quindi necessaria l’istituzione di due soggetti separati in concorrenza tra loro proprio per rendere ottimale ogni pratica di raccolta e smaltimento.
Rimarcando la nostra avversione per impianti come gli inceneritori, ipocritamente definiti “termovalorizzatori”, strutture sorpassate dal tempo e dalla tecnologia, Rifondazione ha proposto e continua a chiedere una scelta di “chiusura del ciclo” che sia la più avanzata dal punto di vista tecnologico e, in particolare, sia garante dell’ambiente e della salute dei cittadini. La proposta di Rifondazione è un insieme di piccoli impianti a misura di comunità e gestito dalle comunità stesse in varie forme di imprese, quelle possibili.
Questo frazionamento di impianti sul territorio eviterebbe uno spreco di energia per quanto riguarda il trasporto e una bassa movimentazione di materiali, in alcuni casi anche pericolosi. La scelta dovrà essere il risultato di un tavolo tecnico-politico istituito ad hoc dalla Regione e dovrà essere istituito anche un bando di gara europeo sull’assegnazione finale proprio per evitare sospetti e illazioni. Proprio per questo abbiamo iniziato come Rifondazione a mettere in campo iniziative di informazione che possono dare un quadro più esaustivo possibile su alcune delle opzioni che potrebbero essere adottate e che in ogni caso servono per completare il quadro informativo alla popolazione.
Inoltre, Rifondazione ha richiesto di mettere sul tavolo la tracciabilità dei rifiuti, in particolare dei tossico-nocivi-speciali-pericolosi in modo da essere il più possibile garantiti sul preciso destino e percorso di tali materiali.
In sostanza, il Prc esprime una condivisione di massima sulle fondamentali linee guida del nuovo Piano regionale dei rifiuti, ma cerca di indicare ulteriori correttivi nella fase della raccolta differenziata e scelte coraggiose nella chiusura del ciclo, con l’obiettivo di evitare strane derive che, un giorno sì e un giorno, ci capita di leggere sulla stampa locale.
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