NO AD UNA MANOVRA AI DANNI DEI PENSIONATI E DEI LAVORATORI
NO AD UNA MANOVRA AI DANNI DEI PENSIONATI E DEI LAVORATORI, ANCHE SE A CHIEDERCELA E LEUROPA
La manovra bis annunciata dal neo ministro delleconomia, Padoa-Schioppa, incontra la netta opposizione dei sindacati e delle associazioni dei consumatori che manifestano il loro disappunto per labbandono dellannunciata linea del rilancio delleconomia da attuarsi senza colpire nuovamente gli interessi e le aspettative degli strati più deboli della popolazione italiana, ai quali, anzi, è urgente dare immediati, sia pure parziali, riconoscimenti.
La manovra bis annunciata dal neo ministro delleconomia, Padoa-Schioppa, incontra la netta opposizione dei sindacati e delle associazioni dei consumatori che manifestano il loro disappunto per labbandono dellannunciata linea del rilancio delleconomia da attuarsi senza colpire nuovamente gli interessi e le aspettative degli strati più deboli della popolazione italiana, ai quali, anzi, è urgente dare immediati, sia pure parziali, riconoscimenti.
Ci era stato assicurato il bando assoluto della politica dei due tempi, che vuol dire per prima cosa badare al risanamento dei conti pubblici disastrati dal berlusconismo, con limposizione di nuovi e pesanti sacrifici per tutti, e solo successivamente, quando la cose cominceranno a marciare un po meglio, pensare anche a ridistribuire un tantino più equamente la ricchezza prodotta nel Paese.
Ricordiamo che, coerentemente con questo impegno, si era parlato di una nuova politica delle entrate, di un maggiore sostegno agli investimenti, per favorire la creazione di nuovo lavoro, assieme a misure di rilancio dei consumi da attuarsi con un consistente abbattimento del cuneo fiscale sulle retribuzioni, parte del quale sarebbe dovuto andare a vantaggio dei lavoratori.
Ora, non conoscendo ancora i contenuti dellannunciata manovra correttiva, non possiamo esprimere un completo giudizio a questo riguardo, ma non possiamo tuttavia trascurare lallarme avvertito da tanti sul pericolo che i lavoratori e i pensionati possano risultare ancora una volta fra i più svantaggiati dalle scelte governative di politica economica, e fra questi perfino una delle due grandi centrali nazionali che rappresentano il mondo del commercio italiano, la Confesercenti, che si preoccupa per il possibile verificarsi di una nuova stretta dei consumi che verrebbe pagata pesantemente anche dai suoi rappresentati.
Se la situazione è veramente quella che Padoa-Schioppa ha drammaticamente descritto ai suoi colleghi di governo nel corso del recente ritiro di San Martino in Campo, con un rapporto debito-pil che marcia allegramente verso il 4,1% ed anche oltre, sarebbe stato allora forse più opportuno cercare di guadagnare tempo per rientrare entro il parametro del 3% fissato dallUnione Europea, chiedendo di allungare almeno di un altro anno questo percorso virtuoso. Ma questa possibilità è stata drasticamente esclusa da Padoa-Schioppa facendo riferimento alle pressioni insistenti a fare presto che sono state rivolte allItalia dalle autorità europee ed in primis dal commissario agli affari economici Joaquin Almunia. Tutto bene, se non fosse per il fatto che questi è lo stesso personaggio che appena pochi mesi or sono si era espresso in termini lusinghieri nei confronti della manovra finanziaria che gli era stata prospettata da Tremonti, arrivando perfino a definire significative le misure che il creativo ministro berlusconiano gli aveva appena sottoposte.
Nulla di male, dunque, se avanziamo il sospetto che qualcuno ai vertici Ue non possegga proprio la virtù della equidistanza, tanto da arrivare a strizzare locchio verso i governi amici e, di contro, mostrare il muso feroce verso quelli che gli sono meno vicini. Questo perché, se come è ormai indiscutibile, i conti di Tremonti erano completamente taroccati, non restano che due conclusioni da trarre: o il commissario europeo che li aveva approvati è un incompetente, oppure è inaffidabile ed in entrambi sarebbe meglio per tutti se lasciasse lincarico che poco degnamente ricopre.
Ricordiamo che, coerentemente con questo impegno, si era parlato di una nuova politica delle entrate, di un maggiore sostegno agli investimenti, per favorire la creazione di nuovo lavoro, assieme a misure di rilancio dei consumi da attuarsi con un consistente abbattimento del cuneo fiscale sulle retribuzioni, parte del quale sarebbe dovuto andare a vantaggio dei lavoratori.
Ora, non conoscendo ancora i contenuti dellannunciata manovra correttiva, non possiamo esprimere un completo giudizio a questo riguardo, ma non possiamo tuttavia trascurare lallarme avvertito da tanti sul pericolo che i lavoratori e i pensionati possano risultare ancora una volta fra i più svantaggiati dalle scelte governative di politica economica, e fra questi perfino una delle due grandi centrali nazionali che rappresentano il mondo del commercio italiano, la Confesercenti, che si preoccupa per il possibile verificarsi di una nuova stretta dei consumi che verrebbe pagata pesantemente anche dai suoi rappresentati.
Se la situazione è veramente quella che Padoa-Schioppa ha drammaticamente descritto ai suoi colleghi di governo nel corso del recente ritiro di San Martino in Campo, con un rapporto debito-pil che marcia allegramente verso il 4,1% ed anche oltre, sarebbe stato allora forse più opportuno cercare di guadagnare tempo per rientrare entro il parametro del 3% fissato dallUnione Europea, chiedendo di allungare almeno di un altro anno questo percorso virtuoso. Ma questa possibilità è stata drasticamente esclusa da Padoa-Schioppa facendo riferimento alle pressioni insistenti a fare presto che sono state rivolte allItalia dalle autorità europee ed in primis dal commissario agli affari economici Joaquin Almunia. Tutto bene, se non fosse per il fatto che questi è lo stesso personaggio che appena pochi mesi or sono si era espresso in termini lusinghieri nei confronti della manovra finanziaria che gli era stata prospettata da Tremonti, arrivando perfino a definire significative le misure che il creativo ministro berlusconiano gli aveva appena sottoposte.
Nulla di male, dunque, se avanziamo il sospetto che qualcuno ai vertici Ue non possegga proprio la virtù della equidistanza, tanto da arrivare a strizzare locchio verso i governi amici e, di contro, mostrare il muso feroce verso quelli che gli sono meno vicini. Questo perché, se come è ormai indiscutibile, i conti di Tremonti erano completamente taroccati, non restano che due conclusioni da trarre: o il commissario europeo che li aveva approvati è un incompetente, oppure è inaffidabile ed in entrambi sarebbe meglio per tutti se lasciasse lincarico che poco degnamente ricopre.
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